Aborto: fuori le associazioni “pro-vita” dai consultori

Il via libera del Senato ai volontari “pro-vita” nei consultori ha confermato la determinazione del governo Meloni nel voler ridimensionare la legge 194, essenziale per la salute e l’autodeterminazione delle donne, istituita per garantire non solo l’accesso all’aborto in modo sicuro e legale, ma anche per offrire un supporto informato e neutrale alle donne in uno dei momenti più delicati della loro vita.

La scelta del governo attuale di consentire alle associazioni “pro-vita” di avere un ruolo attivo nei consultori rappresenta una regressione significativa in termini di diritti umani e libertà individuali e mina la fiducia delle donne nel trovare supporto e assistenza imparziale.

Ciò equivale a un indirizzamento ideologico degli spazi che dovrebbero rimanere neutrali e professionalmente distaccati da qualunque agenda politica o religiosa.

Le decisioni che riguardano il corpo e la vita delle persone dovrebbero rimanere personali e protette da interferenze esterne, e soprattutto da strumentalizzazioni politiche da campagna elettorale per raccogliere voti e consensi.

Come Arci torniamo a ribadire che le associazioni “pro-vita” e antiabortiste devono rimanere fuori dai consultori. Ci batteremo contro questa scelta ignobile, per chiedere più fondi a sostegno dei consultori e per aumentare il numero degli stessi, e ci impegniamo ad intervenire in ogni sede opportuna, anche ricorrendo alla Corte europea dei Diritti dell’Uomo, per  supportare tutte le persone nel mantenere il loro diritto di scelta.