Guardando all’Italia e al fianco delle donne iraniane
ROMA, 23 NOVEMBRE 2022 – La lezione più importante degli anni duri e drammatici della pandemia è stata la centralità della cura: la cura del vivere, dei corpi, del linguaggio, della salute, del lavoro, dell’ambiente, delle relazioni. Abbiamo sostenuto che le donne possono e devono farsi interpreti di questo nuovo paradigma per contribuire a costruire un nuovo modello sociale ed economico. Oggi sembra non esserci più spazio per queste parole, siamo in guerra e la guerra si è presa la scena, con la sua violenza e la sua retorica maschile, la logica patriarcale del più forte e la deriva autoritaria e antidemocratica che si diffonde in Europa e oltre.
Guardando all’Italia e pensando alla nuova istituzione del Ministero per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, la percezione è che la cura torni ad essere quella che costringe la donna al ruolo di custode del focolare domestico e che i diritti delle donne (vedi proposta di legge Gasparri e varie iniziative nelle regioni già governate dalla destra) e di tutte le soggettività siano sotto attacco. Per questo occorre tenere alta l’attenzione, rivendicare la libertà di autodeterminazione di donne e persone lgbtiaq+ e allo stesso tempo chiedere, come abbiamo fatto il 5 novembre in piazza San Giovanni, Pace Pane Pianeta.
Viviamo in un mondo sempre diseguale, segnato da nuove frontiere e da una crisi ambientale che ci sta portando sempre più vicini al punto di non ritorno. Non ci sarà pace senza rispetto della dignità umana, dei diritti umani, del lavoro. Non c’è pace senza giustizia sociale. Non ci sarà pace senza la possibilità di garantire a tutte e tutti beni pubblici, il diritto all’acqua, all’educazione, alla salute. Non ci sarà pace senza accoglienza e libera circolazione delle persone.
Per questo e nella convinzione che mai come oggi serva convergenza, confronto e connessione tra istanze, rivendicazioni e desideri differenti, saremo in piazza il 26 novembre a Roma contro la violenza maschile sulle donne e di genere, con il pensiero a quanto accade in questi mesi in Iran dove le donne si riprendono le piazze contro il regime, e con lo slogan femminista “donna, vita, libertà” si fanno portavoci delle rivendicazioni delle donne, degli uomini e delle minoranze. In tante e tanti oggi rischiano la vita e anche per loro ci mobilitiamo, per mostrare a tutta la comunità internazionale la loro lotta per la libertà.