Le proposte promosse dalla destra di governo sull’immigrazione sono frutto della totale mancanza di cultura istituzionale e di una palese incapacità di ricercare soluzioni praticabili e utili al Paese. Meloni e la sua maggioranza intervengono soltanto per alimentare paure e razzismo e produrre il caos sul territorio per interessi elettorali.
Alla dichiarazione fatta dalla Presidente del Consiglio all’Assemblea generale delle Nazioni Unite di non voler trasformare l’Italia in un campo profughi, corrisponde in concreto l’esatto contrario, ossia una volontà esplicita di disseminare il Paese di tendopoli e ghetti, luoghi chiusi, gestiti dall’esercito, proprio come se fossimo in guerra.
Una guerra contro chi arriva in Italia disarmato e inerme, scappando da guerre, persecuzioni e violenze e che non solo non rappresenta una minaccia, ma viene in Italia per chiedere protezione.
Allo stesso modo la guerra ai trafficanti corrisponde in concreto all’esatto opposto, ossia ad un sostegno a chi lucra sui viaggi via mare dall’Africa all’Europa: ogni ostacolo all’attraversamento delle frontiere aumenta gli affari dei trafficanti.
Il Governo con il DL n.219/23 (ex artt. 20 e 21) interviene in 9 mesi per la terza volta sulla legislazione sull’immigrazione evidenziando una condizione di confusione totale e una chiara incapacità di uscire dalla modalità della campagna elettorale.
Aumentare i posti per i CPR e allungare il periodo di detenzione fino a 18 mesi è già stato fatto in passato senza produrre alcun risultato. La delega all’esercito e il ricorso alle caserme per gestire una forma di detenzione diffusa e persecutoria, senza neanche le garanzie delle prigioni, rappresenta un salto di qualità che preoccupa molto e ci interroga sul futuro della nostra democrazia.
Il Governo garantista mostra una cultura forcaiola quando si tratta di poveri italiani o stranieri, come d’altronde potevamo aspettarci. Gli stranieri possono stare in detenzione per un anno e mezzo senza aver commesso alcun reato, solo in attesa di espulsione.
Adesso a chi arriva alla frontiera per chiedere asilo chiedono una garanzia fideiussoria di 5 mila euro. Cioè si comportano come le milizie libiche, come i trafficanti, che imprigionano i migranti e per liberarli dai centri di detenzione chiedono soldi.
Si tratta peraltro di una procedura impraticabile e illegittima che anche la Commissione Europea ha stigmatizzato come del tutto estranea alle Direttive europee, al contrario di quanto dichiarato da diversi esponenti del governo, che ricorrono sempre più spesso a palesi falsità per sostenere le loro scelte contro gli interessi del Paese.
L’Italia non può continuare a essere alla mercé di un gruppo spregiudicato di politici senza scrupolo che usa le istituzioni a fini privati. È il momento di organizzare una rivolta politica e culturale contro un governo di incapaci pericolosi.
L’interesse del Paese è consentire a chi vuole arrivare per cercare protezione o lavoro di rivolgersi allo Stato, attraverso canali d’accesso legali e sicuri, e non essere obbligato, come succede oggi, a mettersi nelle mani dei trafficanti.
Il 7 ottobre saremo in piazza per la manifestazione “La Via Maestra – Insieme per la Costituzione” anche per dire no al razzismo di stato, no all’attacco al diritto d’asilo, no a chi predica rabbia e risentimento.