Askanews, una voce importante dell’informazione primaria in Italia, rischia di spegnersi. Oltre 130 famiglie, tra giornalisti e poligrafici, subiscono il comportamento dell’azienda.
In piena campagna elettorale, con continui allarmi sulle fake news, la nostra agenzia, che da quasi 50 anni assicura un notiziario completo, credibile e indipendente, vede in bilico la sua sopravvivenza e lancia un appello al governo, alle forze politiche, alle istituzioni e alle parti sociali.
La nostra è una storia di ordinaria imprenditoria all’italiana: nonostante la proprietà dell’agenzia, guidata da Luigi Abete, oggi carica sui suoi dipendenti delle presunte ‘difficoltà di liquidità’, quando nei soli ultimi quattro anni i giornalisti sono stati chiamati a contribuire al suo imprendere per oltre 4 milioni di euro, con accordi di solidarietà e cassa integrazione.
E questi sono i risultati.
A sostegno del nostro lavoro si sono levate centinaia di importanti manifestazioni di solidarietà: dalla sindaca di Roma Virginia Raggi, che ha espresso su twitter «Solidarietà ai 130 lavoratori di @askanews_ita e alle loro famiglie che attendono il pagamento dei loro stipendi.
La difesa dell’informazione passa attraverso il rispetto del lavoro e delle persone», al sindaco di Napoli Luigi de Magistris che ha dichiarato «Solidarietà e vicinanza alle lavoratrici ed ai lavoratori di Askanews – giornalisti e poligrafici – in lotta per i diritti costituzionali e le rivendicazioni salariali». Anche la presidente di Arci Francesca Chiavacci ci ha espresso la solidarietà dell’associazione perché «il diritto a un’informazione completa e corretta, uno dei temi cari alla nostra associazione che si trova spesso a dover raccontare la versione più scomoda dei fatti, è uno dei pilastri della nostra democrazia».
Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, ha spiegato che «Pensiamo che la loro lotta sia anche la nostra», a margine dei lavori per la Conferenza di Programma della Cgil a Milano. «Noi siamo con grande forza solidali ai lavoratori e alle lavoratrici dell’agenzia Askanews che sono in lotta sia per le loro retribuzioni sia soprattutto per la prospettiva del loro lavoro».
Come ha spiegato bene anche Stampa Romana, infatti «Askanews si trova in una situazione di grave instabilità non solo per responsabilità dell’editore ma anche a causa dell’esito confuso e incerto del riordino del settore. Il Governo, invece che a una legge di sistema che da anni come sindacato proponiamo di elaborare, si è affidato a una ‘gara’ che, invece di offrire finalmente una prospettiva di stabilità in vista delle necessarie aggregazioni e semplificazioni di questo settore di mercato, ha determinato e rischia ancora di determinare un aggravamento delle difficoltà per più di una azienda».
La soluzione al ‘caso Askanews’, che ci auguriamo arrivi presto, vogliamo offra, infatti, l’occasione per una riflessione ‘alta’ del ruolo di un’informazione professionale e plurale per il futuro del nostro Paese. Da quasi 50 anni lavoriamo per questo, e per questo oggi lottiamo.