Nessuna attenuante andrebbe riconosciuta nei femminicidi
“Nessuna attenuante andrebbe riconosciuta nei femminicidi. Preoccupa l’orientamento di alcuni Tribunali che hanno dato pene ridotte riconoscendo motivi emotivi in chi ha ucciso”.
Lo afferma Francesca Chiavacci, presidente nazionale dell’Arci, commentando la sentenza del Tribunale di Genova che ha ridotto la condanna all’uomo che uccise la sua compagna.
“Riconoscere – prosegue – condizioni quali la gelosia, la delusione, sottolinea la visione che nelle coppie la donna non è libera di scegliere di lasciare un uomo. E se lo fa in qualche modo viene giustificata l’estrema reazione dell’uomo.
Il numero di femminicidi in Italia è rimasto pressoché invariato – sottolinea – nonostante gli omicidi in assoluto siano diminuiti.
L’emergenza è che si sta affermando un modello più culturale che giudiziario che nei rapporti tra uomo e donna fa sì che l’uomo si senta legittimato a uccidere quando qualcosa va storto. Purtroppo – conclude – simili sentenze alimentano questo schema che condanna tutte le donne”.