Il 20 Gennaio 2018 l’esercito turco, alleato con una galassia di bande islamiste e salafite raccolte sotto l’etichetta di Esercito Libero Siriano, attacca il cantone di Afrin, controllato dalle Forze Siriane Democratiche – guidate dalle Ypg e Ypj. Nei sette anni precedenti Afrin era stata laboratorio socio-politico, insieme agli altri cantoni del Rojava, di un esperimento rivoluzionario di democrazia dal basso, autonomia delle donne, ecologia e convivenza pacifica tra popoli e culture diverse. Nonostante la sproporzione di forze in campo, la resistenza di Afrin è durata 58 giorni.
È stata una resistenza popolare per difendere la possibilità di un futuro di libertà e pace in Siria: accanto ai coraggiosi combattenti delle Ypg/Ypj anche la popolazione civile ha sostenuto attivamente la resistenza. Proprio nella popolazione civile si contano centinaia i morti e più di mille feriti; case, scuole, forni del pane, acquedotti distrutti dai bombardamenti. In quella resistenza quattro iternazionalisti sono caduti martiri: Anna Campbell (Helin
Qereçox), Haukur Hilmarsson (Shahin Hosseini), Samuel Prada León (Baran Galicia), Olivier François Jean Le Clainche (Kendal Breizh).
Il 18 Marzo le bande islamiste supportate dall’aviazione turca entrano nella città di Afrin e cominciano il saccheggio. Da quel momento in poi la città non sarà più la stessa: violenze, rapimenti, estorsioni e l’imposizione dei dettami islamici più rigidi. Dopo l’evacuazione della città per mettere in salvo centinaia di migliaia di civili, le Ypg/Ypj annunciano l’inizio della seconda fase della resistenza nella forma di guerriglia: azioni fulminee che colpiscono le forze occupanti distruggendone il morale, decapitandone le linee di comando e rendendo il controllo del territorio molto difficile. Insieme alla guerra contro l’ISIS, la liberazione di Afrin è una delle priorità della rivoluzione confederale nel turbolento scenario siriano.
Ad oggi ancora più di 100mila profughi non si arrendono e
attendono di tornare nella loro terra.
Dopo la proiezione del breve documentario “Afrin one year of Turkish occupation” prodotto da “Women Rise Up for Afrin”, ne parliamo con due torinesi testimoni di quegli eventi: Jacopo, militante del Tev-Dem siriano (Movimento per La Società Democratica), e Eddi, ex-combattente Ypj (Unità di Protezione delle Donne).
Incontro culturale per soci ARCI