Bangla
Bangla è il vivace e pungente esordio di Phaim Bhuiyan, regista classe 1995.
Tutto parte da una puntata del programma Rai Nemo, intitolata L’amore di seconda generazione, che aveva per protagonista proprio Phaim, intento a raccontare ostacoli e difficoltà personali nel suo rapporto con le ragazze. Nasce, quindi, Bangla, opera prima fortemente autobiografica, nella quale Phaim racconta di sé, definendosi «50% Bangla, 50% Italia e 100% Torpigna».
Il suo quartiere, infatti, la multietnica Torpignattara, è un mondo parallelo in cui hipster, anziani e stranieri (definiti, ironicamente, «tutti quelli che non sono romani da almeno sette generazioni») s’incontrano e convivono.
Phaim lavora come steward in un museo; la sua famiglia è formata da una madre estremamente conservatrice, da un padre di una bonarietà al limite del menefreghismo e da una sorella scontrosa, in procinto di sposarsi.
Phaim vive completamente immerso nella sua realtà, tra abitudini e insofferenze, fino al giorno in cui incontra in un locale Asia, studentessa di Roma Nord. È subito colpo di fulmine, immediatamente ricambiato. Ma Phaim è combattuto. La sua religione gli vieta tassativamente di avere rapporti sessuali prima del matrimonio e la sua famiglia non vede di buon occhio i matrimoni misti. Giorno dopo giorno, però, Phaim si convince sempre più di aver finalmente incontrato l’amore.
Giocando con gli stereotipi in una sceneggiatura senza peli sulla lingua, Bangla colpisce nel segno e fa emergere forte e chiara la necessità di un confronto innanzitutto generazionale, tra genitori e figli, ma anche sociale. Il tutto sostenuto da una regia dinamica e con la giusta inventiva.
Info: www.opereprime.org