Come salvare un Paese in overdose da gioco d’azzardo
Il saggio Lose for life, cioè Perdi per la vita, un gioco di parole che stravolge il nome, Win for Life! (Vinci per la vita) di uno dei ‘gratta e vinci’ più noti ai giocatori incalliti, è stato curato da Claudio Forleo e Giulia Migneco. È edito da Altreconomia e promosso dall’associazione Avviso pubblico che rappresenta oggi 370 soci tra Comuni, Città metropolitane, Province e Regioni. L’opera ha un sottotitolo che dice tutto: Come salvare un Paese in overdose da gioco d’azzardo. Che sia in overdose è fuori discussione. Come spiegano i curatori, il nostro è un Paese che ha sempre giocato d’azzardo. Basti ricordare Charles Dickens che in Impressioni d’Italia racconta di un invasato spettatore che urlava a un poveretto morente dopo una caduta da cavallo: «Se ancora ti rimane un soffio, dimmi quanti anni hai, fammeli giocare al lotto, per amore del Cielo!». Ma l’indiscriminato aumento dell’offerta di gioco lecito, iniziato nel 1997 con l’introduzione di Superenalotto, sale bingo e scommesse, è piombata su una società impreparata a reggerne l’urto.
Pochi numeri dicono tutto. Nel 1998 gli italiani giocarono 12,5 miliardi di euro attuali, nel 2016 ben 96,1. Con una impennata mostruosa del 668%. Un business da quasi 100 miliardi l’anno per migliaia di imprese e lavoratori, che sembra arricchire anche l’erario. Ma chi paga il drammatico conto sanitario, economico e sociale? Dietro il caleidoscopio di slot machine e lotterie si nasconde l’inferno delle dipendenze patologiche, la perdita del lavoro e della dignità, la rovina di intere famiglie. Non solo: le mafie si sono infiltrate nel sistema. Lose for life spiega in modo semplice e concreto che cos’è veramente il gioco d’azzardo e cosa si può fare per promuovere efficaci politiche di prevenzione, a partire dai territori e dalle esperienze locali.