Non solo il Brasile ha bisogno dell’Amazzonia, ma tutto il mondo. Il 7 settembre alle ore 16, in Piazza dei Santi Apostoli, a Roma, una grande manifestazione vuole richiamare l’attenzione sui diversi aspetti della questione amazzonica. L’iniziativa è organizzata del Comitato Lula Livre Italia, a cui hanno aderito numerose altre associazioni tra cui l’Arci.
Sta bruciando non solo la foresta, ma si distruggono i popoli che vivono e dipendono dell’ecosistema amazzonico e si annientano comunità e si compromette l’ambiente mondiale. Ma non si tratta solo di Amazzonia.
La foresta è uno degli aspetti delle politiche del Governo di Jair Bolsonaro, che in pochi mesi è riuscito a lanciare attacchi su svariati fronti, al fine di indebolire i principali e più autorevoli interlocutori della società civile.
Ha tagliato fondi all’università, ha promosso un piano di finanziamento privato della ricerca che non tiene in considerazione gli interessi del Paese, ha attaccato gli scienziati, ha ignorato gli allarmi sull’ambiente lanciati dalle agenzie nazionali ed internazionali.
Nel piano sociale, promuove una politica radicale di privatizzazioni e intende aprire allo sfruttamento economico le aree di conservazione dell’Amazzonia in cui si trovano preziose riserve di terre rare, senza alcuna garanzia di tutela delle popolazioni locali e dell’ambiente.
L’Amazzonia è più di una foresta: difenderla significa garantire i diritti umani, salvaguardare le politiche sociali, la salute della popolazione, il lavoro dignitoso, i popoli indigeni, gli afrodiscendenti (quilombolas) e le diversità.