Un grande fuoco distruttivo, inizia così il documentario Antropocene – L’epoca umana. Immagini meravigliose da un punto di vista estetico ma un pugno nello stomaco per quello che rappresentano: quanto possono essere devastanti le azioni dell’uomo sul pianeta. Più che un semplice documentario, un lavoro unico, un’opera che abbandona ogni intento didattico per sollevare domande, interrogandosi sul senso delle cose e dell’uomo.
Antropocene – L’epoca umana – in uscita in sala il 19 settembre dopo i passaggi a Toronto e Berlino – è un lavoro eccezionale fatto a più mani e occhi: un fotografo, Edward Burtynsky, e due registi, Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier, in cui combinano arte, cinema, realtà virtuale e ricerca per narrare da un altro punto di vista i cambiamenti che l’essere umano ha impresso nel mondo dal suo arrivo.
Urbanizzazione, industrializzazione, sfruttamento intensivo delle risorse naturali, deforestazione, bracconaggio, inquinamento. Sono alcuni dei più devastanti processi messi in atto dall’uomo a discapito del suo stesso pianeta.
Il documentario canadese nei suoi 87 minuti, fotografa lo stato attuale della Terra e mostra alcune delle sue più profonde ferite.
Il tema ambientale è tema molto esplorato, tanto più in questo ultimo periodo. Ma in questo lavoro i registi lo documentano attraverso riprese innovative, aeree e subacquee e mostrando paesaggi poco conosciuti. Qualche esempio? Le pareti di cemento in Cina (il 60% della costa continentale), le miniere di potassio negli Urali, la Barriera Corallina in Australia, gli stagni di evaporazione del litio nel deserto di Atacama. L’uomo, insomma, ha sfruttato tutto il possibile, oltrepassando più di una volta i confini del lecito, come si vede ad esempio dal commercio dell’avorio con il massacro di elefanti in Kenya.
In versione originale il film è narrato dal premio Oscar Alicia Vikander, mentre nella versione italiana è stata Alba Rohrwacher a dare la propria voce.
Antropocene è stato selezionato da importanti kermesse cinematografiche, come il Sundance e il Festival di Berlino, mentre in Italia a Cinemambiente di Torino ha vinto il premio del pubblico.
Per cambiare le cose bisogna cominciare a guardare il mondo con occhi diversi, anche attraverso un documentario oppure una mostra, perché fino al 5 gennaio 2020 Antropocene sarà anche in scena al MAST di Bologna, con esperienze immersive, incontri e quattro murales ad alta risoluzione realizzati a partire da fotografie di Burtynsky e capaci di offrire esperienze di visione sorprendenti. Se non sono i Friday o Saturday for future, provate con questo documentario, di sicuro vi farà riflettere sull’emergenza ambientale globale.
Info: anthropocene.mast.org