Senza soldi o senza nonni, una donna non può lavorare. È questa la condizione in cui vivono 9 madri su 10 in Italia costrette pagare una baby sitter, un nido privato o poggiare la propria famiglia sul welfare famigliare pur di conciliare maternità e professione.
Secondo l’ultimo rapporto di Save the children, nel nostro Paese solo un bambino su 10, sotto i tre anni, trova posto negli asili pubblici, il doppio se si contano anche le strutture private.
Nell’Italia a diritti variabili la differenza è abissale tra il 2,6 per cento di copertura garantita dal servizio pubblico in Calabria, il 28 della Valle d’Aosta, o il 26,6 dell’Emilia Romagna. Numeri migliori ma ancora lontani dalla media europea dove un bambino su tre trova posto al nido pubblico. Forse qualcuno da Bruxelles potrebbe suonare la sveglia anche su questo punto e ricordare che il diritto al lavoro delle donne, e dei bambini a crescere con i coetanei, vale a Copenaghen come a Roma, a Berlino come a Reggio Calabria.