Le espressioni di odio – razziali religiose o di genere – costituiscono una vera istigazione alla discriminazione, all’ostilità o alla violenza, comportamenti sempre più diffusi sul web.
La quotidianità dei ragazzi è infarcita di discorsi d’odio, soprattutto sui canali social.
Anche gli adulti sono bersagliati dall’hate speech, nessuno risulta estraneo al fenomeno. Si tratta di un fenomeno pervasivo che merita attenzione e azioni mirate. È un fenomeno che rappresenta una delle maggiori minacce alla dialettica democratica dell’Unione europea. Tanto più evidente nell’attuale quadro culturale, in particolare in un momento in cui il dibattito politico nei paesi europei è dominato, spesso in modo strumentale e specioso, dalla tema della migrazione e delle discriminazioni.
La conferenza L’aumento dell’hate speech online come nuovo allarmante fenomeno sociale globale: ragioni e rimedi, che si svolgerà il 15 ottobre a Bruxelles, mira ad animare un ampio dibattito europeo sulle strategie e le politiche culturali ed educative più efficaci che possono essere messe in campo per sensibilizzare e diffondere informazioni, strumenti e proposte al fine di contrastare il fenomeno, soprattutto tra i più giovani.
L’evento è aperto da una conferenza sulle ragioni sociali e culturali del discorso d’odio, seguita da una tavola rotonda con interventi di rappresentanti delle istituzioni e organizzazioni internazionali dell’UE (Parlamento europeo, Commissione europea, Consiglio d’Europa) e delle Nazioni Unite (UNHCR, UNESCO) per illustrare le principali strategie per affrontare il fenomeno e, a seguire, il dibattito con tutti i partecipanti.
La conferenza fa parte del progetto REACT – Rispetto e uguaglianza: agire e comunicare insieme, cofinanziato dal programma Diritti fondamentali e cittadinanza dell’Unione europea e attuato da una partnership di dodici organizzazioni internazionali di cinque paesi europei (Italia, Francia, Spagna, Germania, Regno Unito), coordinato da Arci Aps (informazioni su www.reactnohate.eu).
Con particolare attenzione al monitoraggio e all’analisi degli episodi di incitamento all’odio online, nonché all’individuazione di esempi efficaci di contro-narrativa, il progetto ha realizzato 20 percorsi educativi nelle scuole di tutta Europa al fine di diffondere tra i media l’alfabetizzazione mediatica e il coinvolgimento di 700 giovani.
Durante i seminari, i partecipanti hanno realizzato diversi video di contro-narrativa che rappresentavano la base della campagna di comunicazione del progetto, accessibili alla pagina facebook e al canale instagram @ReactNoHate.