Il delivery è un lusso, va pagato
Sono parecchie settimane che l’Italia è colpita da freddo e tanta, troppa, pioggia. E chiunque attraversi le nostre città non può che non notare i lavoratori delle delivery esposti alle peggio condizioni meteo. Un tema controverso, da un punto di vista giudiziario e legislativo, ma credo debba far vergognare a vedere le condizioni nelle quali lavorano questi lavoratori. Condizioni che ci ripropongono la storia della lotta di classe: con sfruttati e sfruttatori. Il libro di Marta e Simone Fana, giovani studiosi impegnati nella ricerca economica, si articola la dentro questo schema. Uno schema che per alcuni risulterà ideologico e superato, ma nel volume si dimostra che sono argomenti per niente superati. Basta salari da fame pubblicato da Laterza, fin dal titolo si dichiara un libro militante e dalle idee chiare. Propone grafici e tabelle esaustive, che parlano più delle parole stesse.
I salari bassi sono il risultato di una sconfitta di classe per il mondo del lavoro, piegato dalla prepotenza delle logiche domanda-offerta dove il ribasso è sui lavoratori. E in questa logica di scontro di classe, per gli autori, parliamo di impietosa sconfitta di classe.
Si può essere d’accordo o meno con la tesi del libro, ma certo la questione salariale è diventata drammaticamente seria.
In contesti di società urbana sempre più esigenti in servizi di massa per chi li vuole di lusso, deve pagarli come tali. Si vuole una persona che attraversa la città in bici con qualsiasi condizione meteorologica per portarvi a casa i noodle? Bene, dovete pagarlo come un taxi, non come un biglietto del tram. Ci sono domande differenziate nelle società sempre più articolate, ma certe prestazioni vanno pagate il giusto e poi le persone sceglieranno. Scegliere il cibo e farselo portare a domicilio è un lusso, punto.