Sulla strada esco solo;
Nella nebbia è chiaro il cammino sassoso;
Calma è la notte. Il deserto volge
L’orecchio a Dio. E le stelle parlano tra loro.
Meraviglioso e solenne il cielo!
Dorme la terra in un azzurro nembo.
Cosa dunque mi turba e mi fa male?
Che cosa aspetto, che cosa rimpiango?
Nulla più mi aspetto dalla vita
E nulla rimpiango del passato.
Cerco solo libertà e pace!
Vorrei abbandonarmi, addormentarmi!
Ma non nel freddo sonno della tomba.
Vorrei addormentarmi
Con il cuore placato e il respiro sollevato.
Con i versi di Lermontov recitati a memoria, Mikhail Gorbaciov detta a Werner Herzog e André Singer il suo testamento spirituale. Meeting Gorbachev (Herzog incontra Gorbaciov nella versione italiana) rappresenta per l’ennesima volta la capacità di Werner Herzog di infondere al proprio cinema la sua soverchiante sensibilità. Il documentario del cineasta tedesco si sofferma sui successi e le delusioni dello statista russo, avversato in patria e spesso strumentalizzato all’estero, ma ne rivela soprattutto la grande carica umana.
Seduto di fronte al composto intellettuale, Gorbaciov rivela già nella postura le sue origini contadine, il buonsenso che gli brilla negli occhi anziani ma ancora vividi e che lo fa somigliare a un fattore de Le anime morte di Gogol’, uno di quei personaggi intelligenti e sinceri che popolano i romanzi russi.
Il racconto della sua vita personale e politica è intriso di umanità, dignità e pragmatismo, raggiungendo il climax durante il ricordo dell’amatissima Raissa, la moglie, che l’ha lasciato dibattersi troppo presto in un dolore non raccontabile.
Herzog incontra Gorbaciov andrebbe visto soprattutto dalle nuove generazioni, ma è imperdibile e commovente per noi che c’eravamo.
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=L1FSN8597jI