È inutile nasconderselo, l’attenzione della stragrande maggioranza di noi, dell’Arci, di chi ci legge, in questi giorni è puntata sulla tornata elettorale di domenica prossima. Sui governi di Emilia-Romagna e Calabria si gioca una sfida fondamentale. Sarà soltanto il primo passaggio in un anno che verrà segnato da molte scadenze elettorali. Si rinnoveranno i vertici di 8 regioni e di più di mille Comuni.
Tra febbraio e marzo andranno al voto due collegi uninominali del Senato e uno della Camera per le elezioni suppletive, e si dovrebbe tenere, sempre in primavera, il referendum confermativo sulla riforma che riduce il numero dei parlamentari. È molto probabile dunque che il Paese continui a rimanere impigliato in una campagna elettorale permanente, il confronto pubblico resterà caotico e la destra troverà campo fertile per far sentire il peso della sua egemonia.
La direzione di lavoro dell’Arci deve essere quella di animare la visione di una società solidale, inclusiva, giusta ed eguale. Operiamo ogni giorno per rendere più forte quella parte del paese che non si arrende alla logica dell’odio e della discriminazione, della chiusura e dell’individualismo. E questi mesi ci hanno detto che quella parte di paese non è una sparuta minoranza, ma è un sentimento diffuso, che si è espresso in tante piazze piene di migliaia di persone, che spesso stenta a trovare rappresentanza ma ci tiene a far sapere che vuole esserci e partecipare. Le Sardine sono soltanto l’ultima prova di questo. E occorre raccogliere il meglio di questo nuovo e sorridente movimentismo, che non si rifà all’antipolitica ma che rivendica la buona politica.
Il nostro agire collettivo, le nostre pratiche di condivisione e democrazia, la stessa presenza dei nostri spazi nei territori possono essere molto importanti per riscoprire e rigenerare la storia della sinistra e della cultura progressista nel nostro paese.
La destra razzista e xenofoba è all’assalto. Sogna di prendere lo scalpo della regione simbolo della sinistra italiana insieme a quello del governo.
All’Arci, ai suoi dirigenti, ai suoi soci e alle sue socie, spetta il compito di dare un mano affinché quell’assalto sia respinto: lo abbiamo fatto in queste settimane e lo faremo sempre, con tutte le nostre energie e il nostro impegno.