Mentre il mondo intero è preoccupato per la pandemia e occupato a fronteggiarla, in Turchia il “Sultano” Erdogan prosegue nella sua incessante opera di criminalizzazione e annientamento di qualsiasi voce libera e della cancellazione dei diritti fondamentali delle cittadine e cittadini.
E’ la storia dei Grup Yorum, un gruppo musicale turco, di amici della libertà e della democrazia e quindi amici anche della resistenza kurda. Sono famosi nel mondo, hanno pubblicato 20 album fino a quando sono finiti nel mirino del Governo di Ankara. Accusati di “appartenenza a una organizzazione terrorista”, il DHKC-P o comunque di fare propaganda per il terrorismo, i Grup Yorum vengono arrestati e incarcerati in 30. Solo due dei componenti del gruppo musicale sfuggono all’arresto: la cantante Helin Bölek e il chitarrista Ibrahim Gökcek. Il 16 maggio 2019 iniziano uno sciopero della fame in nome della libertà di pensiero e di espressione e pochi giorni dopo si unisce a loro anche un terzo, il chitarrista Mustafa Kocak, detenuto con la condanna provvisoria all’ergastolo. La loro protesta viene censurata, il mondo non ne parla, i media tacciono, l’indifferenza internazionale è evidente, tanto forti sono gli interessi nel mondo legati al regime turco e al suo ruolo nei conflitti in Medio Oriente.
Il 3 aprile 2020, dopo 288 giorni di sciopero della fame e ormai ridotta a pelle ed ossa, muore a soli 28 anni Helin Bölek. Il 23 aprile, dopo uno sciopero della fame durato 297 giorni, muore anche Mustafa Kocak, coetaneo di Helin, che chiedeva un equo processo e la libertà. Mustafa è morto il giorno dopo che sua madre aveva incominciato il suo sciopero della fame, per aiutare suo figlio e tutte le altre vittime della ferocia di Erdogan. Per rivendicare pace, democrazia e libertà. Oggi si teme per la vita di Ibrahim Gökcek, che ha compiuto i 310 giorni di astinenza, le cui condizioni appaiono disperate.
Chiediamo che:
– l’UE e il Governo italiano prendano posizione rispetto alla cancellazione di qualsiasi forma di annientamento della libertà di pensiero, dei diritti umani e delle garanzie di libertà per le cittadine e i cittadini turchi;
– sia consentito l’ingresso di una delegazione internazionale, a guida delle Nazioni Unite, per il monitoraggio delle condizioni dei diritti, della democrazia e delle libertà in Turchia;
– si interrompano gli accordi commerciali, di qualsiasi natura, con la Turchia fino a quando le condizioni di agibilità democratica nel Paese vengano ristabilite.