Aprire spazi di confronto con amministratori, esperti, politici e realtà della cultura e del sociale: questo l’obiettivo che ha portato Arci Nazionale a promuovere un nuovo ciclo di riflessioni sui temi della rigenerazione urbana e dell’innovazione.
Uno dei paradigmi emersi dall’emergenza in corso – in uno scenario dai confini ancora incerti e nebulosi – è che non si può affrontare la società del rischio senza una società civile forte e organizzata. Per rispondere ai rischi sistemici che la sfida della contemporaneità impone, abbiamo bisogno di immaginare un nuovo patto di cura delle città e dei territori, fondato sulla collaborazione tra i vari attori delle comunità e, in questo, pensiamo che il Terzo Settore debba recitare un ruolo importante.
Si tratta di riflessioni quanto mai urgenti, in un momento storico in cui le basi costitutive della fiducia primaria – la cosiddetta “alleanza tra corpi” – si trovano messe in discussione. Perché se è vero che dobbiamo continuare a mantenere le distanze gli uni dagli altri, dobbiamo impegnarci a ricucire le relazioni, ridurre le diseguaglianze,
rifondare un nuovo modo di fare cultura e società nei tessuti sociali e urbani dei nostri paesi, delle nostre città.
Il primo degli appuntamenti in programma, che si potranno seguire tutti in diretta dalla pagina Facebook di Arci Nazionale, è con Nuove centralità della cultura nel tessuto urbano, il 26 maggio alle 11.
Una riflessione sulle tante esperienze nate nell’ultimo decennio che fanno del loro essere “luoghi” di nuove pratiche culturali e sociali. Molte altre, esistenti da decenni, si trasformano e si interrogano sul loro ruolo nelle trasformazioni territoriali. I circoli Arci sanno coniugare mutualismo e pratiche artistiche, innovazione e memoria e, in questa fase, sono chiamati a rimettere in discussione il proprio fare adattandosi ai nuovi scenari. Quale può essere il nuovo ruolo dei centri culturali durante e dopo l’emergenza? Quali le caratteristiche che ne potranno determinare la sopravvivenza economica e sociale?
Ne parleranno Bertram Niessen, Direttore scientifico e Responsabile Ricerca e Sviluppo di cheFare, Pietro Floridia di Cantieri Meticci di Bologna, Valeria Pesare di Arci Puglia e Carlo Testini dell’Area Cultura Arci APS. A coordinare gli interventi Marco Trulli, responsabile Rigenerazione Urbana, Periferie, progetti e spazi innovativi Arci APS. Previsto anche l’intervento di Francesca Chiavacci, Presidente nazionale dell’Arci.
Il secondo appuntamento, il 10 Giugno alle 11.00 in diretta dalla pagina facebook di Arci nazionale, è dedicato a Ridisegnare le città della prossimità, un confronto fra realtà di promozione culturale, amministratori ed esperti da alcune delle maggiori città italiane.
Durante l’emergenza abbiamo assistito a un moto di straordinaria solidarietà da parte delle organizzazioni sociali e culturali del paese, in questo senso sembra essere quantomai urgente analizzare le criticità e le buone prassi emerse in questa fase per ragionare su come le città, gli ecosistemi urbani, i sistemi di promozione culturale e welfare locale, debbano ridisegnare i propri interventi e operare all’interno di uno schema più interconnesso tra le dimensioni del pubblico e del privato.
Come ricostruire modalità di promozione culturale sostenibili e inclusive in grado di ricucire le relazioni e contrastare le disuguaglianze nelle periferie? Come amministrazioni pubbliche e Terzo Settore possono ricostruire le filiere di promozione culturale e sociale provando a superare le criticità strutturali psote dall’emergenza covid19?
Parteciperanno all’incontro Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura di Firenze, Raffaele Laudani, Presidente Fondazione Innovazione Urbana di Bologna, Francesca Chiavacci, Presidente nazionale Arci APS, Roberto D’Avascio, presidente Arci Movie di Ponticelli, Napoli. Coordinerà e introdurrà Luca Bosonetto di Arci Torino.
Il terzo appuntamento di Ecosistemi urbani, il 17 Giugno alle 16.00 in diretta dalla pagina facebook di Arci nazionale, è dedicato a Politiche e pratiche per riabitare l’Italia interna esi concentra sulle aree interne su ipotesi e metodi di intervento per sostenere lo sviluppo sostenibile di questi territori.
Molti degli scenari postcovid19 prospettano nuove ipotesi di recupero della dimensione dei borghi e dei piccoli centri come condizione ideale per affrontare i rischi globali. Ma l’Italia interna è stata abbandonata dalle politiche di sviluppo, dalla presenza dello Stato, per troppo tempo. Negli ultimi anni organizzazioni sociali e culturali hanno messo in moto pratiche ed esperienze interessanti nell’ottica di ripopolare e/o riqualificare le aree interne. Progetti complessi che si scontrano anche con la difficoltà del decisore pubblico, non solo locale, che oscilla tra fallimentari progetti di riqualificazione a fini turistici e progetti di sviluppo territoriale che avrebbero bisogno di molte risorse e nuove capacità amministrative.
Si può immaginare un piano per le aree interne che non passi forzatamente dalla valorizzazione a base turistica come unico destino per questi territori? E ancora, si possono immaginare forme di convivenza sostenibili dei flussi turistici con le comunità di riferimento? Nuove economie di prossimità, forme residenziali di produzione e promozione artistica, filiere ecocompatibili che reinventano il lavoro e la produzione nelle aree rurali: sono solo alcune delle iniziative che negli ultimi anni hanno avanzato modi diversi di riabitare le aree interne.
Politiche e pratiche per riabitare l’Italia interna riflette su questo, a partire da uno strumento importante quale la Strategia Nazionale tuttora in fieri e immaginando le possibili collaborazioni con le organizzazioni culturali di prossimità.
Ne parleranno: Filippo Tantillo, ricercatore territorialista, esperto di politiche del lavoro e dello sviluppo; Emmanuele Curti, Materahub/Lo stato dei luoghi; Chico Bacci e Lucia Giardino, Guilmi Art project; Giorgio Giannella, Arci Teramo / @Coop. di Comunità Riscatto. Coordina Marco Trulli, Responsabile Rigenerazione urbana, periferie, spazi e progetti innovativi Arci Aps.