ROMA, 27 NOVEMBRE 2020 – “Ci auguriamo che il Parlamento approvi l’emendamento annunciato da numerosi esponenti del Pd per cancellare l’art. 108 della legge di Bilancio che prevede l’assoggettamento al regime commerciale delle associazioni non profit.
Una norma insostenibile e incomprensibile, come sottolineato da subito dall’Arci, che comporterebbe ulteriori adempimenti burocratici e un appesantimento del carico fiscale.
Se non verrà abrogato l’art. 108 migliaia di associazioni senza scopo di lucro, che svolgono attività fondamentali per la cittadinanza nel segno della solidarietà e dell’utilità sociale, non riapriranno più o perderanno la qualifica di ente del Terzo settore. Un colpo fatale per il non profit, già duramente colpito dalla crisi legata alla pandemia, e ormai allo stremo.
È in corso l’attuazione di un Riforma del Terzo Settore che chiede alle associazioni grandissimi sforzi organizzativi, economici e di trasparenza, per mantenere il riconoscimento della propria funzione di interesse generale, fuori dalle logiche di mercato. A fronte di questo grande impegno collettivo, non è pensabile che si voglia cancellare decine di migliaia di esperienze associative con un articolo della legge di Bilancio.
Per questo torniamo a chiedere al governo di fare chiarezza, anche attraverso un riordino positivo delle norme fiscali, che non penalizzi le organizzazioni dei cittadini impegnate a perseguire il bene comune, ma al contrario ne valorizzi il rapporto mutualistico con i soci e ne riconosca il ruolo essenziale per la socialità, la diffusione della cultura, la partecipazione e la coesione sociale.
Così come torniamo a lanciare il nostro appello al Parlamento per chiedere che l’art. 108 della legge di Bilancio sia cancellato”.