Emergenza freddo - Emergenza umanitaria - Appello alla società Civile - Appello alle istituzioni
NESSUNO DEVE PIÙ MORIRE DI FREDDO NELLA NOSTRA CITTA’ - APRITE LE PORTE
Di fronte a 9 morti per freddo tra i senzatetto, la prima cosa che ci viene da dire è che servono Umanità e Compassione, ora più che mai.
IL RUOLO DI AKKITTATE
Sull’emergenza freddo vanno fatti dei chiarimenti e forse è venuto il momento che a farli ci siamo anche noi di Akkittate, iniziativa di solidarietà di Arci Pianeta Sonoro e di Arci Roma, con tutta la rappresentanza dei circoli Arci di Roma, e di tante altre associazioni e realtà territoriali di Roma, come ad esempio DarBazar, Ass. Le Danze di Piazza Vittorio, Comitato di Quartiere Certosa, e noi ci stiamo mettendo la faccia e anche – passateci il termine - le “braccia ed il cuore”.
Da mesi, ogni sabato, scendiamo in strada portando vestiti, coperte, the e cibo caldo, generi di prima necessità, ma soprattutto cercando di costruire relazioni umane, di capire chi incontriamo e di provare a proporre delle soluzioni lavorative a chi può e vuole essere aiutato a cercare un lavoro ed un destino diverso da quello del “gelido marciapiede”.
Noi non facciamo “assistenzialismo”. Noi non siamo “professionisti dell’emergenza”. Non è il nostro “mestiere”. Noi siamo qui per dare una mano a chi è in difficoltà e lo facciamo nonostante i nostri circoli siano chiusi da mesi. Siamo qui a dare il segno di una “umanità solidale che genera dal basso la cura e, per tale via, cura sé stessa”. Siamo qui per essere “spina nel fianco” di chi dovrebbe creare un sistema di sostegno sociale che prevenga le emergenze anche dei senza fissa dimora e di tutte le povertà emergenti.
Partiamo dai numeri e dalle umanità che abitano la strada.
E’ stato stimato che a Roma i “senza fissa dimora” siano circa 7.000, l’equivalente di una cittadina, se ci pensate. Per non classificarli genericamente come “clochard” è bene scendere nel dettaglio, capire chi sono queste anime e perché sono finite in strada. Stiamo incontrando tante persone che hanno perso il lavoro a partire da marzo - lavori precari perlopiù - e sono immediatamente scivolate sul marciapiede in condizione di povertà assoluta. Ci sono migranti in transito nel nostro Paese che a causa del Covid sono rimasti bloccati qui. Ci sono migranti, venuti in Italia a cercare un futuro migliore, che sono stati espulsi dal ciclo produttivo e ora stanno assaggiando il freddo travertino dei marciapiedi. Infine, ci sono quelle anime che, anche senza volerlo, si sono perse nella loro vita, che abitano da anni sotto i portici, sotto le pensiline, lungo le vie e non hanno più fiducia in nulla e nessuno.
Sull’emergenza freddo vanno fatti dei chiarimenti e forse è venuto il momento che a farli ci siamo anche noi di Akkittate, iniziativa di solidarietà di Arci Pianeta Sonoro e di Arci Roma, con tutta la rappresentanza dei circoli Arci di Roma, e di tante altre associazioni e realtà territoriali di Roma, come ad esempio DarBazar, Ass. Le Danze di Piazza Vittorio, Comitato di Quartiere Certosa, e noi ci stiamo mettendo la faccia e anche – passateci il termine - le “braccia ed il cuore”.
Da mesi, ogni sabato, scendiamo in strada portando vestiti, coperte, the e cibo caldo, generi di prima necessità, ma soprattutto cercando di costruire relazioni umane, di capire chi incontriamo e di provare a proporre delle soluzioni lavorative a chi può e vuole essere aiutato a cercare un lavoro ed un destino diverso da quello del “gelido marciapiede”.
Noi non facciamo “assistenzialismo”. Noi non siamo “professionisti dell’emergenza”. Non è il nostro “mestiere”. Noi siamo qui per dare una mano a chi è in difficoltà e lo facciamo nonostante i nostri circoli siano chiusi da mesi. Siamo qui a dare il segno di una “umanità solidale che genera dal basso la cura e, per tale via, cura sé stessa”. Siamo qui per essere “spina nel fianco” di chi dovrebbe creare un sistema di sostegno sociale che prevenga le emergenze anche dei senza fissa dimora e di tutte le povertà emergenti.
Partiamo dai numeri e dalle umanità che abitano la strada.
E’ stato stimato che a Roma i “senza fissa dimora” siano circa 7.000, l’equivalente di una cittadina, se ci pensate. Per non classificarli genericamente come “clochard” è bene scendere nel dettaglio, capire chi sono queste anime e perché sono finite in strada. Stiamo incontrando tante persone che hanno perso il lavoro a partire da marzo - lavori precari perlopiù - e sono immediatamente scivolate sul marciapiede in condizione di povertà assoluta. Ci sono migranti in transito nel nostro Paese che a causa del Covid sono rimasti bloccati qui. Ci sono migranti, venuti in Italia a cercare un futuro migliore, che sono stati espulsi dal ciclo produttivo e ora stanno assaggiando il freddo travertino dei marciapiedi. Infine, ci sono quelle anime che, anche senza volerlo, si sono perse nella loro vita, che abitano da anni sotto i portici, sotto le pensiline, lungo le vie e non hanno più fiducia in nulla e nessuno.
SFATIAMO I MITI
Lo diciamo così, semplicemente. Il FREDDO NON È UN EMERGENZA, perché le stagioni sono cicliche e gennaio con i suoi 0 gradi arriva tutti gli anni. Non è una sorpresa. Non arriva inaspettato come il virus.
Lo diciamo così, semplicemente. Il FREDDO NON È UN EMERGENZA, perché le stagioni sono cicliche e gennaio con i suoi 0 gradi arriva tutti gli anni. Non è una sorpresa. Non arriva inaspettato come il virus.
La VERA EMERGENZA sono le nuove povertà che si affacciano davanti le nostre porte. E’ anche ipocrita parlare solo a gennaio di “emergenza freddo”. La notte faceva freddo anche a dicembre e a novembre. Far vivere in strada peraltro è disumano tanto a gennaio quanto a ferragosto.
IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI
E’ evidente che le attuali politiche sociali del Comune e delle istituzioni non riescono a far fronte alle problematiche dei senza fissa dimora e delle nuove povertà. Ne è una recente dimostrazione la diffida nei confronti del Comune presentata da alcuni residenti di Piazza Vittorio. Di costoro comprendiamo lo stato d’animo e l’esasperazione, ma a loro diciamo anche che non si può contrapporre il decoro urbano alla dignità e al sostegno a chi non ha più nulla, salvo un pezzo di marciapiede.
È altrettanto evidente che il piano freddo messo in campo dal Comune non stia dando i risultati sperati, se ad oggi contiamo già 9 morti. Solo l’impegno di tanti cittadini e associazioni che scendono in strada ha evitato che il numero fosse più alto.
E’ evidente che le attuali politiche sociali del Comune e delle istituzioni non riescono a far fronte alle problematiche dei senza fissa dimora e delle nuove povertà. Ne è una recente dimostrazione la diffida nei confronti del Comune presentata da alcuni residenti di Piazza Vittorio. Di costoro comprendiamo lo stato d’animo e l’esasperazione, ma a loro diciamo anche che non si può contrapporre il decoro urbano alla dignità e al sostegno a chi non ha più nulla, salvo un pezzo di marciapiede.
È altrettanto evidente che il piano freddo messo in campo dal Comune non stia dando i risultati sperati, se ad oggi contiamo già 9 morti. Solo l’impegno di tanti cittadini e associazioni che scendono in strada ha evitato che il numero fosse più alto.
COSA CHIEDIAMO ALLE ISTITUZIONI
La prima risposta, urgentissima, che deve venire dal Comune e dalle istituzioni è di offrire subito un riparo dal freddo alle persone che vivono per strada. Bisogna aprire le stazioni della metropolitana, mettere a disposizione i tanti, troppi, locali vuoti, come caserme, hotel, palestre o magazzini.
Chiediamo che l’accoglienza non sia solo per la notte ma anche per il giorno, perché anche di giorno fa freddo ed anche di giorno la dignità è importante.
Chiediamo che l’accoglienza non sia solo per 15 giorni ma che sia strutturale e miri al recupero della dignità della persona.
Chiediamo che i senza fissa dimora in gravi condizioni di salute vengano seguiti e assistiti in maniera continuativa e non solo in emergenza.
Chiediamo però anche una nuova progettazione del modello di accoglienza che parta sì dall’emergenza ma che arrivi a prendersi in carico le persone e le accompagni, attraverso percorsi mirati e personalizzati, a “ritrovarsi”, ad avere un lavoro, una casa, a ritrovare fiducia in sé stessi e negli altri. A riappropriarsi di una dignità, a tornare ad essere decorosi, dove la parola “decoro”, di cui tutti parlano, recuperi il senso profondo andato perduto.
Chiediamo quindi un ripensamento dell’intervento sociale che non si basi più sull’”emergenza freddo” o sul “decoro urbano”.
La prima risposta, urgentissima, che deve venire dal Comune e dalle istituzioni è di offrire subito un riparo dal freddo alle persone che vivono per strada. Bisogna aprire le stazioni della metropolitana, mettere a disposizione i tanti, troppi, locali vuoti, come caserme, hotel, palestre o magazzini.
Chiediamo che l’accoglienza non sia solo per la notte ma anche per il giorno, perché anche di giorno fa freddo ed anche di giorno la dignità è importante.
Chiediamo che l’accoglienza non sia solo per 15 giorni ma che sia strutturale e miri al recupero della dignità della persona.
Chiediamo che i senza fissa dimora in gravi condizioni di salute vengano seguiti e assistiti in maniera continuativa e non solo in emergenza.
Chiediamo però anche una nuova progettazione del modello di accoglienza che parta sì dall’emergenza ma che arrivi a prendersi in carico le persone e le accompagni, attraverso percorsi mirati e personalizzati, a “ritrovarsi”, ad avere un lavoro, una casa, a ritrovare fiducia in sé stessi e negli altri. A riappropriarsi di una dignità, a tornare ad essere decorosi, dove la parola “decoro”, di cui tutti parlano, recuperi il senso profondo andato perduto.
Chiediamo quindi un ripensamento dell’intervento sociale che non si basi più sull’”emergenza freddo” o sul “decoro urbano”.
Circolo Arci Pianeta Sonoro
Firmatari dell’Appello:
I volontari e le volontarie di AKKITTATE
Circolo Arci Pianeta Sonoro
Arci Roma
Comitato Certosa
Associazione No Problem
Circolo Arci Pietralata
La Fattorietta
Nonna Roma
StoneHead
Brancaleone
Circolo Arci Arcobaleno
Art'Incantiere
Teatro dei Contrari
Centro Yoga 'Shakti YogaLab'
Rete Civica Parco Andrea Campagna
Chaï Qi
Metro Core
Ibidem,
Pentalfa Club,
Saltatempo APS
Circolo Arci Casetta Mattei 131,
Circolo Arci "Montefortino 93", 33Centilitri
Differenza Lesbica Roma
DROP
JELLY ROLL
Trenta Formiche
Fanfulla 5/a
Villaggio Cultura
DarBazar
Le danze di Piazza Vittorio
I volontari e le volontarie di AKKITTATE
Circolo Arci Pianeta Sonoro
Arci Roma
Comitato Certosa
Associazione No Problem
Circolo Arci Pietralata
La Fattorietta
Nonna Roma
StoneHead
Brancaleone
Circolo Arci Arcobaleno
Art'Incantiere
Teatro dei Contrari
Centro Yoga 'Shakti YogaLab'
Rete Civica Parco Andrea Campagna
Chaï Qi
Metro Core
Ibidem,
Pentalfa Club,
Saltatempo APS
Circolo Arci Casetta Mattei 131,
Circolo Arci "Montefortino 93", 33Centilitri
Differenza Lesbica Roma
DROP
JELLY ROLL
Trenta Formiche
Fanfulla 5/a
Villaggio Cultura
DarBazar
Le danze di Piazza Vittorio
Invitiamo chiunque voglia sottoscrivere questo appello a scriverci all'indirizzo mail akkittate@gmail.com, indicando nome, cognome, telefono ed eventualmente il nome della realtà aderente.