Afghanistan, Arci aderisce all’appello “Afghanistan: ponti aerei senza esclusioni”

La Presidenza nazionale dell’Associazione Arci firma l’appello lanciato al presidente del Consiglio Mario Draghi per chiedere l’evacuazione immediata dall’Afghanistan senza esclusioni, accogliendo subito tutti quelli che scappano dai talebani: le donne single o sole con figli, le ragazze e persone LGBT+, le persone anziane senza rete di protezione, le attiviste e attivisti per i diritti umani, le giornaliste e i giornalisti, gli insegnanti, gli studenti, le operatrici e gli operatori sanitari e sociali e chi ha lavorato in programmi umanitari e di sviluppo con le organizzazioni internazionali.

L’appello – disponibile all’indirizzo https://www.change.org/p/mario-draghi-afghanistan-ponti-aerei-senza-esclusioni – lanciato da organizzazioni della società civile, parlamentari, giornalisti, attivisti per i diritti umani, esprime un messaggio preciso: “È ora il momento di salvare le vite, con un’operazione di soccorso umanitario diretta, rapida e su larga scala per le persone a rischio in Afghanistan. È il tempo della solidarietà”.

L’Arci ha sostenuto le agenzie media indipendenti e le organizzazioni afgane per i diritti civili, attraverso un programma di cooperazione internazionale gestito da Arcs. Oggi la solidarietà e la richiesta di non lasciare sola la società civile in Afghanistan deve coniugare progetti di empowerment sociale, aiuto umanitario e accoglienza di chi è in fuga per salvare la propria vita e quella dei propri cari.

Arci accetta questa sfida, non solo aderendo all’appello indirizzato al Presidente del Consiglio Draghi sottoscritto dal Presidente Arci Daniele Lorenzi e dall’intera presidenza nazionale.

Abbiamo scritto una lettera aperta al governo italiano e ai governi UE affinché si occupino concretamente delle persone che rischiano la vita e quella dei loro familiari, per la loro storia e il loro impegno, sia in Afghanistan che in Italia e in Europa.

Pensiamo sia indispensabile e urgente un piano di accoglienza europeo attivabile attraverso la direttiva n.55/2001 sulla protezione temporanea, che può essere approvata anche a maggioranza, e che il nostro Paese debba immediatamente programmare un aumento dell’accoglienza diffusa, ossia quella della rete SAI. Pensiamo altresì si debba consentire di partire a tutte quelle persone che hanno già chiesto il visto dall’Afghanistan e che da più di un anno attendono una risposta dalle autorità competenti.

Da parte nostra siamo disponibili a attivare le arci territoriali e i circoli per sostenere l’accoglienza pubblica diffusa, anche attraverso la nostra rete di circoli rifugio.