#STOPTHEWAR: pace e aiuto umanitario

C’è la guerra. In Europa.

Il dramma umano è accanto a noi.

Abbiamo già avuto un conflitto ai confini, nei Balcani nei passati anni ’90, durato a lungo e le cui ferite non si sono mai rimarginate. L’Europa poi ha lasciato Bosnia e Serbia al loro destino, tra gli integralismi che resistono e la mancata garanzia per quei popoli di una vita dignitosa, un futuro di diritti e una democrazia stabile.

 

Siamo di nuovo in un contesto globale di guerre e conflitti: è arrivato il momento di chiedersi perché e quali siano le condizioni facilitanti.

 

Non basta all’Europa aderire all’Agenda 2030 per i diritti globali, se non si riesce ad arginare violenze e guerre con la pace e si decide di riamarsi e armare le parti in conflitto.

Questo sta avvenendo con l’Italia in prima fila, che ha deciso di approvvigionare l’arsenale ucraino, andando oltre le missioni militari ai confini. I pacifisti ucraini si sono espressi contro l’invio di armi nel loro Paese. Coraggiosissimi. E’ nostro compito sostenerli insieme al movimento per la pace russo e quanti nella terra di Putin scendono in piazza per protestare e vengono arrestati: ormai quasi 4000 persone.

L’invasione da parte della Russia deve essere condannata a gran voce, il popolo ucraino va sostenuto con i fatti: rafforzando nel Paese il lavoro delle ong e le agenzie UN attraverso gli aiuti umanitari e garantendo l’accoglienza per chi fugge.

Le negoziazioni tra le parti devono andare avanti fino al raggiungimento di accordi che tutelino la vita e la democrazia in Ucraina: siano le Nazioni Unite e non alleanze militari a vigilare perché questo accada.

Le organizzazioni di AOI hanno detto BASTA alla guerra, nelle piazze italiane e a Roma sabato scorso, insieme ai sindacati e alle tante sigle coordinate da Rete Italiana Pace e Disarmo.

Oggi aderiamo al lancio di un’importante mobilitazione in ‘due tempi’: il digiuno per la pace del 2 marzo voluto da Papa Francesco e la manifestazione nazionale a Roma di sabato prossimo.