In fuga dall’Ucraina | Diario di viaggio della missione Arci/Arcs pt.5
Ci troviamo nel Centro Volontari di Lublin in una grande stanza molto curata ed accogliente, sul tavolo si trovano margherite gialle e blu, succhi e caramelle per bambini; appoggiati alle pareti lunghe file di giocattoli e peluche. Ci accoglie una giovanissima volontaria e attivista ucraina: Anna è fuggita insieme alla madre il secondo giorno di guerra e ora è impegnata in prima linea nell’aiuto al suo paese. Insieme al fidanzato, inviano aiuti e beni di prima necessità direttamente all’esercito ucraino e ai loro amici impegnati sul fronte. I volontari e le volontarie, coordinati da un prete, si prendono cura delle persone che arrivano al centro: “facciamo tutto quello che è necessario fare per loro” , ci dicono Anna e una volontaria polacca, studentessa di legge all’Università di Lublin. Ci raccontano che a volte impiegano giornate intere per trovare soluzioni in grado di soddisfare le necessità abitative e sanitarie delle persone, soprattutto a causa della mancanza di riferimenti istituzionali e di procedure chiare ed efficaci. Quasi ridendo, Sofia fa una strana ma azzeccata similitudine con la serie tv Breaking Bad per descrivere come spesso sono costretti a trovare soluzioni in mancanza di alternative: “I know a guy who knows a guy who knows a guy”. Ed è così che una famiglia con il padre paralizzato è riuscita a trovare un alloggio adeguato a garantire loro la giusta intimità. Sofia ci racconta con orgoglio di essere riuscita anche ad aiutare una donna ucraina malata di cancro che aveva iniziato la terapia pochi mesi prima dello scoppio della guerra. Insieme ad un’altra associazione che si occupa di lotta ai tumori, hanno recuperato e tradotto la cartella clinica permettendole di riprendere tempestivamente le cure.
Una volta rientrate a Varsavia, incontriamo Agata, avvocata civilista e specializzata in diritto dell’immigrazione che collabora con la Fondazione per la Somalia. A dispetto del nome, l’associazione è impegnata da anni nel supporto legale specializzato ai migranti di ogni nazionalità in Polonia. Approfittiamo della preparazione di Agata per farci spiegare meglio la nuova legge sull’immigrazione, entrata in vigore il 12 marzo, argomento largamente discusso in tutto il paese. Nonostante anche lei confermi come tale legge rappresenti un enorme passo avanti rispetto alle politiche migratorie del governo, il testo ha ancora forti lacune e la sua concreta applicazione pone delle sfide fondamentali per i prossimi mesi.
Poco prima di lasciare la Polonia ci rechiamo all’Expo, monumentale struttura nella periferia sud-ovest di Varsavia, a 20 km dalla stazione centrale. Avvicinandosi dalla strada principale, l’Expo – normalmente un centro congressi ed eventi – sembra deserto ed ha tutte le fattezze di un non-luogo: ma è inoltrandosi nei padiglioni che si intensifica man mano il flusso delle persone e delle attività. Molti dei padiglioni, infatti, sono stati completamente ri-allestiti per farne uno dei più grandi centri di accoglienza in Europa per le persone in fuga dall’Ucraina: ad oggi ospita all’incirca 7mila persone. All’ingresso del padiglione D12 è predisposto un foglio dove registrarsi con il proprio nome e la destinazione scelta. Di fianco ai desk, dove volontar* e attivist* sono infaticabilmente al lavoro, siedono per lunghe ore molte persone: sono prevalentemente donne, alcune con bambin* piccolissim*, ma anche anzian* e persone con disabilità. Un altoparlante annuncia le partenze e le destinazioni dei pullman: Spagna, Svezia, Estonia, Germania e – per l’Italia – Open Arms, Caritas e Solidaire hanno organizzato dei voli. Tutti i biglietti sono gratuiti. La speranza è che queste persone possano al più presto ricostruire la propria vita altrove.
Quest’ultimo è proprio uno degli obiettivi della campagna di raccolta fondi “In fuga dall’Ucraina”, promossa da Arci e Arcs.
Per informazioni: https://www.arcsculturesolidali.org/ucraina/ oppure dona tramite bonifico bancario (IBAN: IT12S0501803200000015080807 intestato a ARCS – ARCI Culture Solidali APS. Causale: Emergenza Ucraina).