A pochi giorni dalla decisione dei leader europei di aumentare drasticamente le spese militari, un nuovo rapporto dello European Network Against Arms Trade rivela come i primi programmi di difesa dell’UE, del valore di quasi 600 mln di euro, siano inficiati da conflitti d’interesse, accuse di corruzione e siano notevolmente al di sotto degli standard etici e legali più elementari. Il Rapporto rileva che nove dei 16 rappresentanti dell’organo consultivo dell’UE che ha portato alla creazione del bilancio militare erano affiliati all’industria delle armi. Otto di queste aziende hanno finora ricevuto oltre 86 mln di euro (il 30,7% del totale). Inoltre cinque degli otto maggiori beneficiari sono stati coinvolti in numerose accuse di corruzione, mentre i sette maggiori beneficiari sono coinvolti in esportazioni di armi altamente controverse verso Paesi che vivono conflitti armati o dove sono in vigore regimi autoritari e le violazioni dei diritti umani sono diffuse.
I controlli applicati dall’UE per approvare il finanziamento di armi letali non rispettano nemmeno i più elementari standard legali ed etici, con una crescente preoccupazione per l’assenza di una valutazione dettagliata della loro conformità al diritto internazionale. Il rapporto dettaglia la mancanza di trasparenza e di controllo democratico nel modo in cui vengono approvati i finanziamenti della Commissione europea. La gran parte dei finanziamenti stanziati finora va alle aziende situate nei maggiori Paesi esportatori di armi dell’UE, vale a dire Francia, Germania, Italia e Spagna, cui è stato assegnato il 68,4% del bilancio. La spesa militare dell’UE mira esplicitamente a rafforzare l’industria della difesa europea, che aumenterà le sue esportazioni di armi, alimenterà una corsa globale alle armi e porterà a più guerre, distruzione e morte.