ROMA, 25 MAGGIO 2022 – Il deputato Erasmo Palazzotto, insieme alle colleghe e ai colleghi Laura Boldrini, Graziano Delrio, Paola De Micheli, Francesca La Marca e Lia Quartapelle, ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’interno e al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale perché s’intervenga con urgenza per risolvere la pericolosa impasse che ha bloccato centinaia di donne afghane tra Iran e Pakistan a causa dell’assenza di apparecchiature per il rilevamento delle impronte digitali nelle sedi diplomatiche italiane dei due paesi e si accelerino le procedure di ingresso in Italia.
Nel testo dell’interrogazione il deputato cita “questo assurdo ritardo burocratico”, per cui non si riesce ancora a dotare le nostre ambasciate di Iran e Pakistan di tali dispositivi. Questo cavillo burocratico “sta costringendo queste donne, alle quali il governo italiano aveva garantito accoglienza, a vivere in clandestinità e con l’angoscia di poter essere rimpatriate in Afghanistan dove sotto il governo dei talebani rischiano seriamente la propria vita trattandosi di attiviste, ragazze omosessuali, sportive, giornaliste, giudici”.
“Il 4 novembre scorso l’Arci, con Caritas Italiana (CEI), Comunità di Sant’Egidio, Fcei/Tavola Valdese, Inmp, Iom e Unhcr, hanno firmato con il Viminale e con la Farnesina il protocollo per il corridoio umanitario e a distanza di sei mesi non solo non si è ancora concretizzato ma siamo stati richiamati per la firma di un addendum al protocollo che prevedeva che anche i costi dei voli per queste 1.200 persone sarebbero stati a nostro carico, e non più del governo, come previsto dal Protocollo”, afferma Filippo Miraglia di Arci nazionale.
È urgente autorizzare le donne afghane all’ingresso in Italia da Iran e Pakistan, spostando il rilevamento delle impronte digitali al loro arrivo nel nostro Paese, come peraltro avviene in tutti gli altri casi, dotando prima possibile le nostre ambasciate dello strumento necessario, ma non condizionando la messa in sicurezza di queste persone all’implementazione del dispositivo per le impronte digitali.
“Il regime talebano diventa ogni giorno più pericoloso e opprimente, come tutti sanno, e queste donne vanno messe al sicuro con urgenza senza ulteriori ritardi, ne va della loro vita e della nostra credibilità”.