Oggi come 30 anni fa, contro le mafie che cambiano
Una bomba posizionata all’altezza di Capaci fa saltare in aria l’auto su cui viaggiano il giudice Giovanni Falcone, sua moglie, il magistrato Francesca Morvillo, e quelle degli agenti della sua scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Da quel sabato sono passati trent’anni.
CAPITOLO 1 – LA CAROVANA ANTIMAFIE
La Carovana antimafie nasce nel 1994 da un’idea dell’Arci Sicilia, con dieci giorni di viaggio da Capaci a Licata, attraversando il territorio con un percorso a tappe che, a un anno e mezzo dalle stragi di Capaci e via D’Amelio del 1992, si proponeva di portare solidarietà a coloro che in prima fila operavano per portare legalità democratica, giustizia e opportunità di crescita sociale nel proprio territorio, di sensibilizzare le persone per tenere alta l’attenzione sul fenomeno mafioso, di promuovere impegno sociale e progetti concreti.
Sin dal primo anno si è potuto cogliere come la Carovana fosse uno straordinario strumento per animare il territorio e porre l’accento su questioni che si legano con la democrazia, la partecipazione, la lotta alle mafie.
CAPITOLO 2 – I BENI CONFISCATI (al sud)
La Cooperativa Sociale “Lavoro e non solo” nasce dal progetto associativo di Arci Sicilia, e dal febbraio 2000 gestisce terreni agricoli e strutture confiscati alla mafia.
Sui terreni gestiti vengono prodotti: grano duro, ceci, lenticche, pomodori, melanzane, peperoni, uva, fichidindia, mandorle, olive. Questi prodotti vengono poi trasformati e vengono commercializzati in tutt’Italia attraverso le botteghe del mondo, i gruppi di acquisto solidali, le Associazioni e la GDO.
CAPITOLO 3 – I BENI CONFISCATI (al nord)
In via Belfiore 1 a Lecco, in fondo a una breve traversa che sfocia in un cortile, fino al 1992 c’era un ristorante-pizzeria, il Wall Street, gestito da Franco Coco Trovato, boss della ‘Ndrangheta che lì organizzava estorsioni, rapimenti e omicidi nel bunker scavato sotto la sala del pianterreno. Il suo arresto segnò anche la chiusura del locale. La struttura viene confiscata, nel 2006 passa in mano al Comune di Lecco e solo nel 2011 si avvia il progetto di riapertura al pubblico. ma come pizzeria simbolo della legalità. Nel 2014 nel progetto entra anche la Regione Lombardia e nel 2016 viene lanciato un bando che assegna i locali alla cooperativa sociale La Fabbrica di Olinda insieme ad Arci Lecco e Auser Lecco. È da questo momento che nasce Fiore – Cucina in libertà, ristorante-pizzeria che ha aperto al pubblico negli stessi locali dell’ex Wall Street nel 2017.
CAPITOLO 4 – I CAMPI DELLA LEGALITÀ
La tenuta di Suvignano, che si estende per circa 700 ed immersa nel meraviglioso paesaggio delle crete senesi, rappresenta un bene comune di un territorio, per la sua funzione di riutilizzo sociale e di stimolo ad una formazione per la legalità democratica attraverso il coinvolgimento di giovani e la messa in atto di azioni culturali per la sua valorizzazione.
La Tenuta è stata confiscata definitivamente nel 2007 a Vincenzo Piazza, imprenditore palermitano appartenente a Cosa Nostra e restituita agli Enti Locali del territorio nel 2019. Dal 2019 al 2021 Arci Toscana ha promosso, a Suvignano, 7 campi della legalità per un totale di nr. 105 giovani partecipanti.
Cultura, partecipazione, esperienze di buone pratiche di riutilizzo sociale di beni confiscati, conoscenza, relazioni, divertimento, bellezza del territorio: sono questi gli ingredienti che fanno di questa esperienza, un’esperienza unica per le persone coinvolte.