Comunicato del Consiglio Nazionale dell’Arci, riunito il 19 luglio 2022, approvato all’unanimità
È una fase tragica, per il pianeta, per il nostro continente, per la nostra società.
Collasso climatico, siccità, incendi, la nostra migliore natura e economia già distrutte o in pericolo. La guerra in Ucraina che non accenna a finire, alimentata da velleità imperiali, nazionalistiche, dalle armi e dall’assenza di soluzioni politiche. Le conseguenze della guerra: crisi energetica e alimentare, che giustificano il ritorno al gas, al nucleare, al carbone, alle trivelle, agli OGM. Carovita, caro-bollette, bassi salari. E, con la pandemia ancora vitale, nessun segno di vera svolta sulla sanità, sulla sicurezza sociale, sui diritti sociali e civili. Mentre prosegue l’esclusione dai diritti di cittadinanza di un numero importante di uomini e donne di origine straniera nel nostro paese.
Un accumulo forse mai visto di emergenze e crisi, che non cadono dal cielo come la pioggia ma sono frutto di un modello di sviluppo e di un sistema di potere che contestiamo da sempre e oggi ancora di più, in tutte le sue declinazioni globali, continentali e nazionali.
Abbiamo di fronte un’estate e un autunno da tempesta perfetta davvero, dal punto di vista climatico, sociale e della guerra, qualsiasi sarà la situazione politica e istituzionale del nostro paese.
Soffriamo una grande carenza di rappresentanza soprattutto a sinistra e di ascolto, sia delle sofferenze sociali che delle proposte di soluzioni che pure esistono, credibili e realizzabili, nella società. L’insopportabile tasso di astensionismo a tutte le consultazioni elettorali ne è la dimostrazione, ed è un elemento in più che favorisce la destra.
E ora si è aggiunta anche la crisi di governo, tutta frutto di dinamiche interne al quadro politico e istituzionale, sia dei partiti che del Governo e dello stesso Presidente del Consiglio.
Qualunque soluzione verrà data alla crisi, i problemi di questo paese rimarranno tutti.
Anche i nostri, che siamo associazione di promozione sociale, presidio sociale, culturale, democratico sul territorio e abbiamo bisogno di riconoscimento e sostegno, non di ostacoli, per proseguire il nostro lavoro.
Dopo anni in cui non si tengono le elezioni politiche, e in questo quadro di distanza e disaffezione, crediamo che una campagna elettorale ad agosto sarebbe un ulteriore insulto a una democrazia già svuotata.
Vogliamo andare a votare con una legge elettorale diversa da quella esistente, per permettere una maggiore rappresentanza anche delle forze più piccole e riavvicinare così alle istituzioni parlamentari almeno una fetta dell’elettorato.
Ci impegniamo come Consiglio Nazionale dell’Arci, a fare il possibile perché un disegno di alternativa sociale si renda evidente, visibile, convergente anche a livello nazionale nei prossimi mesi: è il contributo migliore a salvare democrazia, diritti, noi stessi. E per fare argine alla destra, come proviamo a fare tutti i giorni, fra tante difficoltà, nei territori e nelle comunità di tutta Italia.