Andiamo alle elezioni.
Non è facile, ma insieme dobbiamo e possiamo provare a salvarci:
a salvare noi, il clima, i diritti, la pace, la democrazia,
il diritto al futuro e al vivere bene per tutti e per tutte.
Anche nei giorni che ci separano dal 25 settembre, riprendiamo in mano il potere che ci appartiene, riuniamoci, organizziamoci, mobilitiamoci nei nostri territori, nelle nostre comunità insieme agli altri attori sociali che condividono questi contenuti: il progetto per una società diversa e un mondo migliore e più giusto. Il 23 settembre, ultimo giorno di campagna elettorale, saremo insieme ai Fridays For Future in tutte le piazze d’Italia per la giustizia climatica e sociale.
Usiamo anche questo ultimo periodo della campagna elettorale per mettere al centro i nostri problemi, le nostre proposte, le nostre legittime esigenze. In modo indipendente, da società civile chiamiamo a discutere le forze democratiche, progressiste, di sinistra, richiamandole alla loro responsabilità di rappresentare e di rispondere al loro popolo e ai suoi bisogni essenziali con scelte politiche forti, coraggiose, determinate dalla parte delle persone: lavoro, reddito, sicurezza sociale, diritti, uguaglianza di genere, giovani, ambiente, pace, cultura, socialità, democrazia.
Invitiamo a votare, e a non votare la destra. Agli elettori e alle elettrici chiediamo di andare a votare, e di non votare una destra davvero pericolosa, sovranista e securitaria che non risolverebbe nessuno dei problemi veri, che alimenterebbe di nuovo la guerra fra poveri e la ricerca del capro espiatorio, che colpirebbe i diritti civili, quelli delle donne e dei migranti, e che potrebbe ritrovarsi il potere di stravolgere la Costituzione in senso reazionario.
Ci impegniamo a fare il possibile perché un disegno di alternativa sociale e politica si renda evidente, visibile, convergente anche a livello nazionale nei prossimi mesi: è il contributo migliore a salvare democrazia, diritti, noi stessi. E per fare argine alla destra.
Come proviamo a fare tutti i giorni, e come ci impegniamo a fare anche dopo le elezioni, fra tante difficoltà, nei territori e nelle comunità di tutta Italia, con i nostri circoli, la nostra presenza diffusa sul territorio e i nostri soci, il nostro sapere e le nostre pratiche sociali e culturali.
Andiamo alle elezioni in una fase tragica, per il pianeta, per il nostro continente, per la nostra società. Collasso eco-climatico, siccità, incendi. La guerra in Ucraina che non accenna a finire, e la militarizzazione che aumenta. La crisi energetica e alimentare, con il ritorno al gas, al nucleare, al carbone, alle trivelle, agli OGM. Il carobollette e il carovita, che aggravano ancor di più la fatica di vivere per milioni di persone. La pandemia ancora vitale, e nessun segno di vera svolta sul welfare, sui diritti sociali, civili e di cittadinanza.
Andiamo alle elezioni con un accumulo forse mai visto di emergenze e crisi, che non cadono dal cielo ma sono frutto di un modello di sviluppo e di un sistema di potere che contestiamo da sempre e oggi ancora di più.
Andiamo al voto con i problemi del paese e delle persone tutti aperti: aumento della povertà, diseguaglianze, emergenze ambientali, razzismo. Anche i nostri, che siamo associazione di promozione sociale, presidio sociale, culturale, democratico sul territorio e abbiamo bisogno di riconoscimento e sostegno, non di ostacoli, per proseguire il nostro lavoro.
Andiamo alle elezioni, in un sistema politico strutturalmente instabile, con una grande carenza di rappresentanza soprattutto a sinistra e di ascolto, sia delle sofferenze sociali che delle proposte di soluzioni che pure esistono, credibili e realizzabili, nella società. L’insopportabile tasso di astensionismo a tutte le consultazioni elettorali ne è la dimostrazione. In un quadro di sfiducia e disaffezione accentuato dalla legge elettorale terribile con cui siamo condannati ad andare alle elezioni. Un motivo in più per mobilitarci, e usare bene questo periodo.