ROMA, 30 DICEMBRE 2022 – Il primo decreto legge scritto dal Governo Meloni è stato il cosiddetto “antirave” che vieta “raduni musicali” o di “intrattenimento” dove si faccia uso di stupefacenti su terreni di proprietà pubblica o privata dai quali possa derivare un pericolo per la salute o per l’incolumità pubblica lasciando un’incredibile discrezionalità a chi gestisce l’ordine pubblico.
Una norma che potrà essere utilizzata nelle più varie occasioni per reprimere protagonismo giovanile e ogni forma di dissenso organizzato, con pene totalmente sproporzionate rispetto al reato, da tre a sei anni di reclusione e una multa da 1000 a 10.000 euro.
Molti hanno da subito indicato i tratti di incostituzionalità del provvedimento, ma non c’è stato nulla da fare: il presidente della Camera ha infatti deciso di bloccare il dibattito in corso utilizzando lo strumento della “tagliola” e ha messo in votazione il decreto.
Uno sberleffo al Parlamento per un decreto “marmellata” dove sono inseriti dispositivi che non hanno nulla a che fare l’uno con l’altro e che sono un mix di favori ai no-vax e ai colletti bianchi che hanno commesso reati considerati gravi contro la pubblica amministrazione come corruzione, concussione o peculato.
Dopo aver votato una manovra che fa pagare la crisi a giovani e disoccupati ora è la volta di questa irricevibile marmellata di provvedimenti. Una destra senza freni e contro i giovani che si sta rivelando per quello che è: illiberale e antidemocratica.