Ancora morti. Ancora vittime del cinismo dei governi che, senza alcuna vergogna, continuano ad impegnarsi per impedire alle persone di mettersi in salvo, anziché provare a salvarle e a sottrarle ai rischi connessi alle fughe via mare, all’attraversamento delle frontiere con mezzi fatiscenti e totalmente inadatti.
Il pensiero e il cordoglio dell’Arci nazionale e di Arci Calabria va innanzitutto alle vittime e alle loro famiglie.
Esprimiamo tutto lo sdegno e la rabbia per chi in questi anni si è solo occupato di criminalizzare l’immigrazione e coloro che operano per salvare le persone che attraversano il mare per fuggire da guerre e persecuzioni.
Se queste persone avessero potuto scegliere vie legali e sicure garantite dai governi per attraversare le frontiere, non si sarebbero rivolte a chi organizza questi viaggi pericolosi. Se avessero potuto avere un visto e prendere un aereo non sarebbero morte. Se ci fosse stato un programma di ricerca e salvataggio europeo, forse si sarebbero potute salvare.
Gli scafisti, categoria prodotta direttamente per interessi elettorali da governi e partiti xenofobi, non potrebbero fare affari se i governi, a partire dal nostro, non mettessero direttamente la vita di migliaia di persone nelle loro mani, con atti legislativi e con scelte politiche come l’ultimo decreto anti ONG.
Qualcuno prima o poi chiederà conto di quanti lucrano elettoralmente sull’immigrazione, criminalizzandola e causando le tragedie cui siamo costretti ad assistere.