“Un’altra strage di innocenti. Ancora morti di frontiera. Altre vittime delle politiche europee e delle scelte dei governi. A pochi giorni dell’accordo raggiunto dai Ministri dell’Interno dei 27 Paesi UE nel Mediterraneo emerge come i governi continuino a non volere affrontare la realtà e a perseguire solo obiettivi di propaganda politica”. Così Filippo Miraglia, responsabile Immigrazione di Arci nazionale, dopo il naufragio di migranti al largo della Grecia, una delle più gravi stragi in mare.
“Ciò che serve immediatamente – afferma Miraglia – è un programma europeo di ricerca e salvataggio. Uno strumento pubblico che impedisca le stragi. Rafforzare i legami con le milizie libiche, rafforzare la cosiddetta guardia costiera, continuare a investire sull’esternalizzazione, come hanno concordato i governi UE, servirà solo ad aumentare il numero dei morti e gli affari dei trafficanti”.
“La domanda – prosegue Miraglia – che rivolgiamo al nostro governo e ai governi europei è questa: quelle persone che sono scappate dalla Libia mettendo a rischio la loro vita e pagando di persona scelte vostre, avevano alternative? Potevano mettersi in salvo rivolgendosi ai governi europei?”
“La risposta – conclude Miraglia – non sta nel Patto Europeo e neanche nelle coscienze sporche e ciniche dei governi che l’hanno votato. La risposta è scritta nella convenzione di Ginevra e nel diritto internazionale a cui i governi vogliono sottrarsi per interessi privati, elettorali. Fermare la strage è possibile, se vengono rispettate le leggi e le convenzioni internazionali”.
(Mappa: Google Maps con posizione aggiunta da Alarm Phone)