“Il governo continua a produrre interventi impraticabili, frutto solo dell’ideologia e della volontà di continuare a negare la realtà. Il decreto che fissa la ‘tassa per la libertà’ di 5 mila euro, che si applicherebbe ad una ampia lista di persone, quelle che possono essere sottoposte alla procedura accelerata, difficilmente troverà applicazione”. Così Filippo Miraglia, responsabile Immigrazione di Arci nazionale, sul decreto attuativo sulle modalità di prestazione della garanzia finanziaria a carico dello straniero durante l’accertamento del diritto di accedere al territorio dello Stato.
“Sfido – afferma Miraglia – a trovare una persona che arriva dalla Libia o dalla Tunisia o dalla rotta balcanica, capace di attivare una fideiussione di quel valore in Italia o in qualsiasi altro Paese nel tempo previsto dal decreto”.
“Come per l’accoglienza, la gestione degli sbarchi e i CPR – aggiunge Miraglia – anche in questo caso si preferisce la propaganda alla gestione corretta di questioni complesse e del tutto prevedibili”.
“Con quest’ultimo atto – conclude Miraglia – il governo sembra voler fare concorrenza ai trafficanti, ma non per proporre vie legali d’accesso al territorio, cosa che sarebbe auspicabile, ma chiedendo soldi per liberare i migranti dai centri di detenzione, proprio come fanno le milizie in Libia e non solo. Non sembrano provare vergogna per nulla!”.