Il volume presenta le tante azioni di progetto poste in essere, sia quelle nazionali sia quelle territoriali.
A quest’ultime è dedicato un particolare spazio e una specifica presentazione con la volontà di fare conoscere l’enorme patrimonio di sperimentazioni, competenze, relazioni, alleanze e risultati che sul territorio, grazie al progetto La cultura è la cura, si sono accumulati.
Le attività sono state realizzate da 20 partner della rete Arci con il coinvolgimento di 30 diversi contesti territoriali in tutto il Paese, da nord a sud, in piccoli centri al pari di grandi città, a partire dalla primavera 2021 per 18 mesi sviluppando interventi locali e partecipando a percorsi a regia nazionale.
Il progetto ha raggiunto direttamente oltre 1.200 persone appartenenti ai gruppi target direttamente coinvolte in attività artistiche, culturali, aggregative con centinaia di ore di lavoro e pratica culturale per 41 laboratori (17 rivolti ad anziani, 17 rivolti a giovani e 7 a persone con disagio mentale) facendo rete con circa 100 soggetti del terzo settore attraverso i CISM.
La Cultura è la cura ci ha permesso di osservare e ri-apprendere collettivamente come la proposta di cultura in forma organizzata collettiva – e in presenza – sia in grado di rigenerare la dimensione sociale del vivere insieme e come la co-progettazione si possa costruire anche partendo da un’agenda costruita dal basso e su
priorità proposte dal mondo del sociale.
Abbiamo avvicinato persone fragili alla cultura e alla socialità come attività generatrice di conoscenza, di autonomie, di relazioni, di bellezza e arte. E quindi di salute come la definisce l’Organizzazione mondiale della sanità ossia come «uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale» e non semplicemente “assenza di malattie o infermità”.
Attività culturali e linguaggi artistici e/o espressivi di cui le persone si sono impadronite creando forme organizzative autogestite con lo stesso protagonismo che è richiesto alle persone per la promozione della propria salute, come conferma il dato relativo al 25% di gruppi attivati che ha dichiarato di volere continuare con le attività culturali anche a progetto concluso.
Il progetto ci ha dimostrato ancora una volta che il valore delle azioni di cura è potente e intrinsecamente generativo e che la natura specifica di Arci, la sua dimensione di associazione generalista e popolare che si occupa di cultura, tempo libero, impegno sociale e civico, il suo essere in modo naturale una rete di reti, rappresenta un ambiente favorevole e favorente per lavorare in modo innovativo con la comunità nel campo del welfare culturale promuovendo così il benessere delle persone e delle comunità.
Buona lettura!