Nei mesi passati le Apuane sono state scenario di diversi atti ostili da parte degli industriali del marmo e delle istituzioni che hanno tentato più volte di impedire l’accesso ad alcuni sentieri montani.
A tutto ciò si accompagna l’insoddisfacente tutela ambientale e la dubbia legalità nella gestione complessiva dell’escavazione sulle Apuane, che il Gruppo Regionale toscano del CAI ha esposto nel “Dossier Apuane”. A fronte di questa situazione, le sezioni CAI e le associazioni ambientaliste riunite nell’Assemblea per l’Accesso alla Montagna, hanno indetto un’iniziativa pubblica di sensibilizzazione e protesta.
La gravissima occupazione industriale delle Apuane non rappresenta, purtroppo, un caso isolato, ma è l’immagine di quanto già accade altrove e di quanto si appresta a diventare la nuova normalità. Basti pensare alla crescente corsa alle risorse critiche presenti nei territori montani, alla proliferazione di impianti di risalita o ancora alle follie speculative come quelle innescate dalle olimpiadi Invernali.
Il caso delle Alpi Apuane è dunque emblematico nel mostrare le aberrazioni dell’estrattivismo, ovvero un sistema di governo del territorio in cui le aspettative del mondo imprenditoriale piegano le esigenze sociali, ambientali ed economiche delle comunità che vivono il territorio stesso.
Un principio che, una volta affermato e reso sistemico, produce la privatizzazione dei profitti in pochissime mani e la socializzazione dei costi sulla popolazione e sugli ecosistemi.
Non a caso Carrara è uno dei comuni più indebitati d’Italia, la cui provincia vanta tristemente un tasso di disoccupazione altissimo rispetto alla media dell’Italia centrale, ma che ospita al contempo società dagli utili favolosi.
Per questo pensiamo che dalle Alpi Apuane, e in particolare dalla città di Carrara, debba aprirsi una riflessione importante, dentro e oltre il CAI, tra le associazioni impegnate su questi temi.
L’iniziativa pubblica, a cui Arci aderisce, per il giorno 16 dicembre, ha una duplice modalità, un convegno e una manifestazione:
• il convegno, partendo dal caso apuano, analizzerà la tematica dell’estrattivismo inteso come paradigma da contrastare ovunque, a cui contrapporre un diverso ed equilibrato modello sociale ed economico.
• La manifestazione avrà lo scopo di materializzare la compattezza delle realtà associative nel denunciare la preoccupazione per ciò che possiamo ormai definire un vero e proprio assalto alla montagna.
L’auspicio è che questa giornata possa rappresentare un momento significativo a difesa della montagna e di chi la vive, avendone cura.
Carrara, 16 Dicembre 2023
Le montagne non ricrescono – Fermiamo l’estrattivismo in Apuane e ovunque
• ORE 9 Convegno | Sala Garibaldi, Via Verdi 15C, Carrara (MS) | 54033
• ORE 14 Concentramento corteo presso lo Stadio dei Marmi, Carrara
Cos’è l’estrattivismo?
L’estrattivismo è un sistema di sfruttamento del territorio che produce enormi ricchezze per pochi e incalcolabili danni per la popolazione e per gli ecosistemi. Nelle Alpi Apuane, l’estrattivismo ha distrutto una cultura collettiva, imposto un’identità fondata sull’accumulazione e sulla devastazione, piegando agli interessi privati un intero territorio: condannandolo al dissesto ecologico, economico e sociale.
Quali sono le ripercussioni sul territorio?
• Negli ultimi 30 anni è stato estratto più marmo che nei 2000 anni precedenti. In 4 anni il materiale estratto è aumentato del 30%, ma nelle cave, solo a Carrara, si sono persi 200 posti di lavoro. Anche gli addetti alla trasformazione hanno subito un forte calo, perdendo migliaia di posti di lavoro nel comprensorio apuo-versiliese.
• Negli ultimi 20 anni si sono registrati 1800 infortuni, di cui troppi mortali.
• Circa un quarto della materia estratta è blocco lavorabile, il resto è detrito, in gran parte polverizzato dalla multinazionale Omya e da Mi.Gra. del colosso Kerakoll per produrre carbonato di calcio.
• Per l’arte è utilizzato meno dell’1% del materiale estratto.
• Il Comune di Carrara è tra i più indebitati d’Italia. La “strada dei marmi”, costata 119 milioni dei contribuenti, serve quasi esclusivamente alle aziende del lapideo.
• Anche le Apuane centromeridionali stanno andando incontro, con il beneplacito dei Comuni e della Regione Toscana, alla distruzione che ha già devastato il territorio di Carrara.
• Ad ogni pioggia, le acque portano a valle tonnellate di marmettola, un fango bianco catalogato tra i rifiuti speciali, prodotto durante ‘escavazione che inquina fiumi e falde.