È per me un grande onore ricordare anche a nome dell’Arci una persona straordinaria come Marisa Rodano. Impossibile ripercorrere tutto quello che ha fatto per il Paese e la storia delle donne.
Mi soffermerò sul nostro rapporto personale.
Il primo ricordo di Marisa Rodano è indissolubilmente legato ad un dibattito alla festa dell’unità di Roma nel luglio 2000 sul popolo saharawi con Tom Benetollo.
Marisa in quel periodo era segretaria nazionale dell’associazione nazionale di solidarietà con il popolo Saharawi e anche l’Arci con Tom era attiva e presente nell’associazione.
Io partecipavo a quel dibattito per presentare una serie di iniziative che avremmo fatto con le donne Saharawi attraverso un’associazione di mobilità giovanile europea.
Da quel primo incontro, i rapporti di militanza, impegno e lavoro insieme a Marisa sono progressivamente aumentati.
Tra le tante cose fatte assieme non posso non ricordare la conferenza per il 25° anniversario della Rasd (febbraio 2001) al Senato, la conferenza europea di solidarietà con il popolo saharawi a Modena (ottobre 2002) e soprattutto tutto il lavoro fatto dentro l’Ansps fino a quando lei è stata segretaria.
Durante le numerose riunioni o trasferte era attenta a cogliere i particolari di ogni singolo intervento e a fare sintesi. Era inoltre sempre disponibile a dare un contributo di idee o a proporre progetti da realizzare o essere presente in qualche iniziativa in giro per l’Italia.
Ricordo anche con affetto la sua testimonianza per il libro fotografico di Giulio Di Meo ‘Il Deserto Intorno”, dedicato alla lotta del popolo Saharawi.
Negli anni, nonostante la nostra grande differenza di età, abbiamo costruito una relazione personale intima importante.
Rimangono per me un grande regalo le nostre cene passate nella sua bellissima casa piena di libri, quadri e disegni. Ascoltavo con grande interesse i suoi racconti su fatti, su persone fondamentali per la nostra storia repubblicana, ma anche sul suo lavoro incessante e continuo per la libertà delle donne nei vari angoli del mondo.
La voglio ricordare così, forte e gentile, determinata e colta, mentre in silenzio disegna un campo di fiori o qualche forma geometrica psichedelica.
Grazie per tutto.