Oggi si dovrebbe celebrare la “Giornata Internazionale per i Diritti dei Migranti”: il 18 dicembre 1990, infatti, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvava la “Convenzione per la protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie”. Ad oggi, però, nessun paese europeo, compresa l’Italia, ha mai ratificato la Convenzione.
In questa giornata, riaffermiamo quanto sostenuto negli ultimi 30 anni: è urgente e necessario che il Parlamento italiano ratifichi questa convenzione per garantire i diritti delle persone di origine straniera presenti nel nostro paese a qualsiasi titolo, anche in situazioni di irregolarità.
Quest’ultimo anno, quello del governo Meloni, è stato un anno orribile, catastrofico per i diritti umani: nel solo contesto dell’immigrazione, abbiamo assistito a una serie di interventi senza precedenti – è la materia su cui abbiamo avuto più modifiche dal dopoguerra ad oggi, una vera e propria ossessione – che ha fatto carta straccia di ogni civiltà giuridica.
Con ben cinque decreti legge, il governo ha modificato il Testo Unico sull’Immigrazione e apportato varie altre modifiche legislative, tutte orientate nella stessa direzione: quella di restringere lo spazio dei diritti, favorire i trafficanti e rendere impossibile l’attraversamento delle frontiere.
Tutto questo in un anno, il 2023, che ha visto oltre 2.700 persone morte o disperse nel Mediterraneo centrale, l’anno più letale su questa rotta dal 2017. L’ultima strage è avvenuta solo ieri, con il naufragio di 61 persone che sono morte al largo della Libia.
Le azioni del nostro governo hanno suscitato sgomento, oltre che per la promozione del traffico illegale attraverso le frontiere, anche per l’impegno nell’accentuare il lavoro nero e lo sfruttamento. A seguito della strage di Cutro, anziché cercare di migliorare le politiche migratorie, il governo ha cercato di cancellare la protezione speciale, rendendo impossibile trasformare il permesso per protezione speciale in lavoro, e quindi spingendo verso l’irregolarità molte persone che avevano un lavoro regolare.
Per non parlare dell’accoglienza, in particolare quella rivolta ai minori, che ha subito un colpo significativo con la cancellazione di garanzie nazionali e internazionali relative al diritto di ricevere un’accoglienza dignitosa.
Un ulteriore elemento distintivo di quest’anno è stato quello di alimentare il conflitto con la magistratura, attraverso le modifiche legislative che hanno eliminato diritti previsti dalle convenzioni internazionali, dalle direttive europee e persino dalla Costituzione. La manipolazione delle leggi da parte del governo, insieme al tentativo di accusare la magistratura di interessi parziali e di applicare la legge in modo distorto e strumentale, ha contribuito a creare uno scenario di conflitto persistente.
Al nostro paese non serve un governo che favorisce trafficanti e lavoro nero ma politiche che tutelino i diritti umani e la dignità delle persone.