Ultima Fermata Srebrenica è un progetto ‘necessario’. È un viaggio in una memoria non ancora sedimentata che fa a pugni con la cronaca e con la percezione di giusto e di sbagliato che ci permette di conoscere i fatti che hanno insanguinato l’Europa più di vent’anni fa, dalla viva voce dei protagonisti, e di visitare i luoghi che hanno visto il tradimento di quella promessa che il vecchio continente si era fatto dopo l’orrore della seconda guerra mondiale: Mai più! È un’immersione nella complessità balcanica, da sempre termometro dello stato di salute delle società europee, che consente ai partecipanti di ripercorrere la storia degli anni ’90 della ex Jugoslavia e della Bosnia, portandoli a confrontarsi con l’eccidio di Srebrenica, la più grande tragedia europea dopo Auschwitz.
Ultima Fermata Srebrenica è un viaggio per tappe. Quella iniziale permette di conoscere una storia di confini, quello tra Occidente e Oriente, tra cattolici ed ortodossi, fra cristiani e musulmani. La storia di una terra bella e contesa, multiculturale, multireligiosa e attraversata da profonde divisioni, che dopo le guerre partigiane e l’ascesa di Tito sembrava aver trovato una sua via di ‘unità e fratellanza’. Un sogno incrinato negli anni ’90 dal riaccendersi dei nazionalismi che spinsero i Balcani nel baratro dello spaventoso conflitto del 1992.
La seconda tappa è finalizzata alla conoscenza della Bosnia ‘sul campo’, attraverso la scoperta di alcuni dei suoi luoghi simbolo: Mostar con il suo ponte Ottomano distrutto dai Croati ed in seguito ricostruito, Sarajevo, la città assediata per 44 mesi che ha resistito anche grazie al contributo di figure come Jovan Divjak, Srebrenica, la città segnata dall’eccidio del ’95, plasticamente rappresentato dal memoriale di Potocari, simulacro dal fallimento della comunità internazionale; infine Tuzla, la città che seppe resistere unita all’assedio.
La terza tappa consente di conoscere persone e realtà, come Adopt Srebrenica, che ogni giorno lavorano nel post-conflitto, per la ricostruzione sia materiale che morale della Bosnia, e che si impegnano per superare un situazione di divisione identitaria frutto degli anni ’90.
La quarta e conclusiva prevede la rielaborazione dell’esperienza, il ritorno al proprio contesto, la restituzione alla propria comunità di provenienza e la creazione di un network locale, nazionale e internazionale, in grado di informare la cittadinanza sulla situazione balcanica, promuovere nuove iniziative di ricostruzione nel post-conflitto e favorire le diverse forme di attivazione civile. Ultima Fermata Srebrenica è un progetto in rete, organizzato da un pool di organizzazioni che operano a livello sovra-regionale (Arci e Arciragazzi Bolzano, Arci del Trentino, Coop @ltrimondi, AGJD, Punto Europa, Deina e Teatro Zappa, in collaborazione con Arci Toscana ed Arci Firenze, con il sostegno delle politiche giovanili delle Province Autonome di Bolzano e Trento); è una tappa indispensabile di una ‘filiera’ di iniziative che portano partecipanti e promotori a ragionare insieme di temi come memoria, diritti umani, conflitti e che hanno come principale obiettivo quello di contribuire alla formazione del cittadino.