La precarietà resta una realtà preoccupante in tutta Europa, la maggioranza dellɜ cittadinɜ ha già dovuto fare sacrifici a causa della difficile situazione finanziaria, si guarda alle condizioni di vita future con pessimismo e anche avere un lavoro non significa necessariamente una situazione finanziaria stabile.
E’ quanto emerge dai dati del Barometro europeo sulla povertà e sulla precarietà economica 2024 di Ipsos e Secours Populaire, organizzazione di volontariato francese. L’indagine, della quale l’Arci è partner in Italia, ha coinvolto dieci Paesi – Francia, Germania, Grecia, Italia, Polonia, Regno Unito, Moldova, Portogallo, Romania, e Serbia – per un totale di 10.000 persone intervistate.
Dati Europa
- Quasi 3 europeɜ su 10 (29%) affermano di trovarsi attualmente in una situazione di precarietà per quanto riguarda tutte le loro spese
- Quasi 1 europeo su 3 (27%) dichiara di avere fame e di saltare un pasto
- Lavorare non è più sufficiente: il 35% dellɜ europeɜ afferma che il reddito derivante dalla propria attività professionale non è in grado di coprire tutte le spese.
- Più di 1 europeo su 3 (34%) ha già rinunciato a cure mediche a causa della propria situazione finanziaria
- Più di 1 europeo su 3 (31%) dichiara di non poter soddisfare le esigenze di base dellɜ propriɜ figliɜ
- Quasi 2 europeɜ su 3 (59%) sono dispostɜ a prestare il proprio tempo a titolo di volontariato per un ente di beneficenza.
Preoccupanti i dati sull’Italia.
Con una disparità Nord-Sud molto significativa, l’Italia ha uno dei più alti coefficienti di Gini (che misura il grado di disuguaglianza) nell’Unione Europea (35,2).
Il 17,1% della popolazione vive sotto la soglia di povertà.
Il 22,8% è a rischio di povertà ed esclusione sociale.
Lɜ giovani disoccupatɜ italianɜ del Sud sono la fascia più vulnerabile della popolazione.
Si confermano per lɜ cittadinɜ del nostro Paese le difficoltà ad avere un lavoro stabile, una casa dignitosa, l’accesso alla salute, e aumenta il senso di precarietà complessivo.
Un paese dove continuano a crescere le disuguaglianze, in assenza di politiche all’altezza per affrontare e dare risposte a temi cruciali, che riguardano il nostro presente e il nostro futuro, che dovrebbero essere delle priorità.
Con un governo che va nella direzione opposta, vedi l’abolizione del reddito di cittadinanza, la pericolosa e dannosa legge sull’autonomia differenziata, lo stop al salario minimo, l’assenza di politiche per la casa, o del tutto assente, vedi le anticipazioni sulla prossima legge di bilancio, senza risorse e senza idee, dove non c’è traccia di provvedimenti per contrastare povertà, precarietà e diseguaglianze.
Un contrasto che dovrebbe passare anche da forme diffuse di mutualismo, senza dimenticare un dato importante dell’indagine: il forte desiderio di solidarietà tra lɜ europeɜ, con la stragrande maggioranza delle persone intervistate nei 10 Paesi, il 75%, che si dichiara disposta ad impegnarsi a favore di chi vive in povertà.