Dichiarazione di Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci
A larga maggioranza il Senato ha approvato questa mattina la legge sul “consenso informato e le disposizioni anticipate di trattamento” (Dat), cioè la legge che introduce, anche in Italia, il testamento biologico.
Un atto di civiltà, che riconosce l’autodeterminazione terapeutica del paziente e salvaguarda la dignità della persona anche quando non più autonoma o prossima alla fine.
La discussione nel paese è andata avanti per anni, sollecitata da alcuni casi emblematici come quelli sollevati da Peppino Englaro o Mina Welby, che chiedevano di mettere fine ‘legalmente’ alle sofferenze dei propri cari.
Dopo l’approvazione alla Camera, la proposta di legge si è arenata per mesi al Senato, fra ostruzionismo e migliaia di emendamenti che avevano il solo scopo di rallentarne l’iter.
Il testo che esce oggi dal Senato non è il migliore possibile: il medico conserva un forte potere discrezionale, non è chiaro se verrà istituito un registro nazionale per le Dat o solo quelli regionali, con la possibilità di differenze interpretative tra regione e regione. E tuttavia si tratta di un primo fondamentale passo in avanti che fa del nostro paese un luogo più civile.
Roma, 14 dicembre 2017