ROMA, 17 OTTOBRE 2024 – Le procedure usate in Albania sono del tutto illegittime. E’ quanto emerso dalla prima parte della missione organizzata dal Tavolo Asilo e Immigrazione, la principale coalizione delle organizzazioni della società civile impegnata nelle promozione e tutela dei diritti delle persone di origine straniera, in collaborazione con il Gruppo di Contatto sull’immigrazione dei Parlamentari, arrivata questa mattina in Albania per visitare i centri di Shëngjin e Gjadër. La visita, tuttora in corso, andrà avanti anche domani.
La delegazione, composta da Maso Notarianni dell’ARCI, da Amr Adem, operatore del numero verde dell’ARCI per i rifugiati, da Mark Krito, mediatore linguistico e dai parlamentari Riccardo Magi (+Europa), Rachele Scarpa (PD), Paolo Ciani (DemoS) e Francesca Ghirra (AVS), ha potuto accedere alle strutture e parlare direttamente con le persone trattenute.
Da quanto finora visto e sentito dalla viva voce dei migranti coinvolti emerge come la selezione che avviene sulle navi in acque internazionali sia del tutto arbitraria. Le persone ci hanno raccontato della prigionia nei lager libici, in alcuni casi per più di un anno, subendo violenze e torture: una vulnerabilità non sempre rilevabile con domande superficiali e veloci.
Ci sono forti criticità nella possibilità per le persone di comunicare con le famiglie per mancanza di strumentazione: i loro dispositivi sono stati sequestrati ed è stato messo a disposizione un telefono di medihospes solo per pochi minuti a testa.
Il meccanismo di screening non funziona, come dimostrato anche dal fatto che 4 persone, 2 minori e 2 vulnerabili, siano state riportate subito in Italia dopo essere arrivate in Albania. Tutto avviene sulla base di domande generiche che non consentono, secondo quanto raccontato dai migranti, di capire le storie di ciascuno, affrontando le situazioni caso per caso. Come si poteva desumere dalle informazioni fornite dallo stesso governo le persone vengono indirizzate in Albania sulla base dei documenti che hanno e della nazionalità dichiarata, e null’altro.
Dopo le visite effettuate nei centri per migranti in Albania nel corso della missione di oggi siamo ancora più fermamente convinti che la procedura applicata sia del tutto illegittima e che il fatto che ci sia il plauso di altri governi europei, evidentemente preoccupati più di perdere le elezioni che di difendere i diritti umani, non cambi la situazione. La visita andrà avanti anche domattina.