ROMA, 12 OTTOBRE 2024 – Nel giorno della manifestazione a Roma per la Palestina, alla quale Arci nazionale ha aderito scendendo in piazza per fermare il genocidio a Gaza, gli attacchi in Cisgiordania, l’invasione in Libano, Arci ed EuroMed Rights tornano a chiedere con forza di far tacere le armi.
Lo hanno fatto dal Festival Sabir, in corso a Roma alla Città dell’Altra Economia, durante l’incontro internazionale ‘Giustizia e responsabilità in Palestina e per la Palestina: come la guerra genocida di Israele a Gaza influenza la politica per i diritti
umani nella regione euromediterranea’.
Tra gli ospiti Hamdi Shaqqura, del Centro palestinese per i diritti umani: “Mi rivolgo alle organizzazioni qui presenti: la società civile ha la possibilità di lavorare per fare pressione sui propri governi e spingerli a prendere iniziative che seguano la decisione
della Corte internazionale di giustizia. Il cambiamento non verrà dall’alto, ma con la mobilitazione sociale. Serve una nuova alleanza che coinvolga media, comunità religiose, sindacati, reti e associazioni. Mentre l’attenzione internazionale si sposta
sul Libano, Israele continua gli attacchi a nord di Gaza: siamo di fronte a un atto di pulizia etnica”.
ARCI e Euromed Rights, da sempre impegnate per costruire la pace, sostengono questo appello all’unità. “I diritti del popolo palestinese alla terra e alla libertà – ha affermato Raffaella Bolini, vicepresidente Arci – sono da sempre nell’agenda dei nostri movimenti. Ma oggi in gioco non c’è solo la vita e i diritti del popolo palestinese, o libanese. C’è in gioco il destino e il futuro di tutti noi. Il sonno della ragione genera mostri, e i mostri crescono. Di fronte a un genocidio, l’Occidente e l’Unione Europea rispondono da un anno con impunità, complicità, inazione. Di fronte a questo, come potrà la nuova generazione credere alla forza della politica e del negoziato? Noi davvero abbiamo un compito difficile ma veramente necessario. Un ruolo politico, culturale, etico. Il diritto internazionale sembra impotente, e in parte lo è, da sempre. Ma continua ad essere la forza dei deboli, perché senza diritto rimane solo la logica della clava, dove chi ha la clava più grande vince”.
Wadih Al Asmar, presidente di EuroMed Rights, ha dichiarato: “E’ inaccettabile svegliarsi ogni mattina chiedendosi chi tra i nostri familiari, i nostri amici, potrebbe essere morto, massacrato da una macchina da guerra genocida. La nostra presenza
insieme qui serve a dire chiaramente che rifiutiamo i due pesi e due misure, che i nostri valori sono gli stessi e che un genocidio deve essere condannato senza alcuna esitazione. La guerra non fa altro che creare odio e violenza. Solo perseguendo e portando davanti alla giustizia i responsabili di crimini di guerra potremo avere una speranza di pace”.
Arci ed EuroMed Rights tornano a rilanciare con forza la necessità di far sentire ancora più forte la propria voce per un cessate il fuoco immediato, per fermare il genocidio e il massacro in Libano, per dire basta agli orrori della guerra e il perpetuarsi dell’impunità per i crimini commessi secondo il diritto umanitario internazionale e la legge sui diritti umani.
Per questo sono in piazza oggi e lo saranno il prossimo 26 ottobre, per la giornata di mobilitazione nazionale Il tempo della pace è ora.