Strage di Cutro. Condannati tre presunti “scafisti”: quando l’ingiustizia diventa sistema

Dopo 17 udienze, il Tribunale di Crotone ha oggi condannato Sami Fuat, Hasan Hussain e Khalid Arslan, accusati di essere gli “scafisti” del caicco naufragato il 26 febbraio 2023 vicino a Steccato di Cutro, dove persero la vita almeno 94 persone, tra cui 35 minori, e molte risultano ancora disperse.

Sami e Hasan sono stati condannati a 16 anni di reclusione, mentre Khalid ha ricevuto una pena di 11 anni, un mese e 10 giorni. Le accuse comprendono favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte in conseguenza di tale reato.

Queste condanne si sommano a quelle di Mohamed Abdessalem e Gun Ufuk, condannati a 20 anni ciascuno con rito abbreviato. Nonostante in aula fosse emerso che il caicco era guidato da un capitano turco, deceduto con la sua barca insieme a oltre 100 persone lasciate a morire in mare dalle istituzioni italiane ed europee.

Ancora una volta, quindi, ci troviamo davanti ad una punizione inflitta a persone prese come capri espiatori: il vero crimine, infatti, è da cercare nelle politiche che costringono le persone migranti a intraprendere viaggi sempre più pericolosi.

Come Arci, continueremo a seguire questo processo e quello parallelo che coinvolge Frontex, la polizia e i militari, pretendendo che emerga tutta la verità sul naufragio di Cutro.