Monitoraggio del Piano di implementazione del Patto: un impegno necessario

La Road Map per il Diritto d’Asilo e la Libertà di Movimento e il Tavolo Asilo e Immigrazione hanno avviato un percorso di monitoraggio dell’implementazione del Patto Europeo per la Migrazione e l’Asilo in Italia, consapevoli della necessità di garantirne un’applicazione trasparente e rispettosa dei diritti fondamentali. 

La nostra posizione sul Patto è chiara: le logiche che stanno alla base delle modifiche legislative, promosse da un numero sempre maggiore di Stati membri e avallate dalla Commissione Europea, rafforzano un approccio securitario e di esternalizzazione delle frontiere, privilegiando pratiche di detenzione e respingimento piuttosto che un accesso effettivo a percorsi di protezione. Il Patto nega i principi base dell’UE, della sua Carta dei Diritti e delle principali Convenzioni internazionali. La centralità della dimensione repressiva, unita alla mancanza di canali regolari e sicuri per la migrazione, mina i principi fondamentali del diritto d’asilo e compromette concretamente la possibilità per molte persone di ottenere protezione e ingressi sicuri in Europa. L’estensione dell’impiego delle procedure accelerate alle frontiere e l’aumento del trattenimento amministrativo, anche dei minori, rischiano di tradursi in sistematiche violazioni dei diritti umani, a partire dagli ostacoli posti  all’accesso effettivo ad un esame individuale e approfondito nel merito della domanda di asilo. In Italia, infatti, esiste il concreto rischio che l’attuazione delle disposizioni della  Direttiva sulle condizioni di accoglienza, del Regolamento sugli accertamenti nei confronti di cittadini dei Paesi terzi, del Regolamento Procedure e del Regolamento Asilo e gestione della migrazione rafforzino pratiche lesive dei diritti fondamentali, indeboliscano il sistema di accoglienza e escludano sempre più i richiedenti asilo dall’accesso a diritti e agli spazi di vita comune e collettiva. Inoltre, la proposta di adozione di un nuovo Regolamento sui rimpatri, presentato recentemente dalla Commissione europea in sostituzione della vigente direttiva 2008/115/UE, amplifica il rischio di pratiche lesive di diritti fondamentali  dei migranti, aggravando ulteriormente gli impatti negativi dell’architettura securitaria del Patto europeo. 

Per questo motivo, le organizzazioni facenti parte della Road Map per il Diritto d’Asilo e la Libertà di Movimento e del Tavolo Asilo e Immigrazione hanno deciso di intraprendere un percorso articolato di monitoraggio dell’applicazione del Patto, mettendo a disposizione  le competenze diversificate delle varie associazioni e favorendo sinergie tra esperti legali, professionisti che operano nell’accoglienza e nel mondo del Terzo settore, attivisti e attiviste, al fine di fornire un contributo  collettivo e multidisciplinare che auspicabilmente possa essere preso in considerazione nell’attuazione del Piano nazionale di implementazione. La puntuale analisi legislativa delle norme discendenti dal Patto, dei contenuti del Piano di implementazione nazionale e dei potenziali dispositivi normativi utilizzabili per recepire le disposizioni del Patto a livello nazionale in coerenza con la difesa dei diritti, unita a, iniziative di sensibilizzazione attraverso le reti locali, con l’obiettivo di informare e coinvolgere la cittadinanza sulle implicazioni delle scelte politiche e istituzionali, saranno intese a favorire un confronto trasparente e costruttivo con le istituzioni, basato su dati concreti e sulla expertise di chi lavora quotidianamente sul campo e sulle testimonianze di chi è toccato in prima persona da queste misure. 

Nel percorso avviato, abbiamo immediatamente individuato una grave criticità relativa al mancato coinvolgimento della società civile, a scapito delle indicazioni della stessa Commissione europea, che auspicava un coinvolgimento  fin dalla fase di elaborazione del Piano di attuazione nazionale, sottolineando l’importanza di “interagire con le parti sociali, le autorità locali e regionali e altri portatori di interessi, in particolare i rappresentanti delle organizzazioni della società civile, attraverso scambi regolari e consultazioni” (cfr. Piano di attuazione comune). Nonostante le ripetute richieste di coinvolgimento e di confronto sul contenuto del Piano, le associazioni della società civile non sono mai state consultate in maniera effettiva, né prima della scadenza prevista per l’invio del Piano alla Commissione, né in momenti successivi, nemmeno dopo le richieste di accesso civico formulate da alcune associazioni nel febbraio 2025, che hanno ricevuto risposta negativa da parte del Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione. 

Sono numerosi gli Stati membri che hanno coinvolto attivamente le associazioni della società civile nell’elaborazione del Piano nazionale (come in Austria, Belgio, Francia, Germania, Spagna, Grecia, Svezia, Slovenia Romania e Irlanda) o reso pubblicamente accessibili i documenti di programmazione (come in Bulgaria, in Repubblica Ceca, in Germania, nei Paesi Bassi) e il diniego da parte delle istituzioni italiane appare in contrasto con una tendenza comune, che si auspica possa essere presto superata con la pubblicazione del Piano, come rappresentato recentemente dalle stesse.

La Pubblicazione del Piano non andrebbe a colmare la carenza iniziale di coinvolgimento nella stesura del Piano, ma sarebbe un segnale di apertura al dialogo con la società civile e di trasparenza nel processo democratico di adozione delle norme di legge.  

Le associazioni richiamano quindi la necessità di un coinvolgimento attivo della società civile nel processo di implementazione del Patto e continueranno ad operare con determinazione al fine di garantire un sistema di accoglienza che rispetti i principi di umanità e giustizia, con l’obiettivo di tutelare la libertà di movimento e il diritto d’asilo in Italia e in Europa. 

 

Firmatari: A Buon Diritto Onlus, ACLI, ActionAid, Amnesty International Italia, Archivio Pedrelli (Bologna), ARCI, ASCS, ASGI, Associazione Lutva (Pesaro-Urbino), Babele APS (Taranto), Caritas Diocesana (Pesaro), Casa dei Diritti Sociali (Roma), Centro Astalli, CIES, Consiglio Italiano per i Rifugiati – CIR, Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienti – CNCA, Commissione Migrantes e GPIC Missionari Comboniani Provincia Italiana, Convenzione dei Diritti del Mediterraneo, COSPE, CSA Ex Canapificio (Caserta), Emergency, Famiglie Accoglienti (Bologna), Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Fondazione Migrantes, Forum Per Cambiare L’Ordine delle Cose, Giovani Europeisti Verdi, Italiani Senza Cittadinanza, Italy Must Act, Legal Aid (Roma), Medici del Mondo Italia, Medici Senza Frontiere, Melitea, Naga ODV (Milano), Nazione Umana (Varese), Oxfam Italia, Rete dei Comuni Solidali – ReCoSol, RED Nova, Refugees Welcome Italia, Rete Europasilo, Rete Vesuviana Solidale (Napoli), Save the Children, Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM), Stop Border Violence, Nodi locali della Road Map di Bologna, Caserta, Cosenza, Firenze, Lamezia Terme, Milano, Perugia, Pesaro, Roma, Taranto, Trieste, Varese.