XVII Congresso nazionale: Ordine del giorno – Precariato e Giornata nazionale per il lavoro

Premesso che

  • L’ultima ricerca del CENSIS descrive un’Italia (in termini di sentimenti) poco solidale, bloccata dalla paura di ‘perdere’ quel poco o quel tanto che si possiede.
  • Per quanto riguarda i giovani, in particolare, il 51° rapporto CENSIS sulla situazione sociale del Paese evidenzia come, nonostante i miglioramenti intervenuti nell’occupazione (superata la soglia dei 23 milioni di occupati), i millennials abbiano ancora poche occasioni di lavoro, guadagnino meno dei genitori e abbiano prospettive previdenziali inferiori a quelle attuali.
  • Le elaborazioni Istat confermano questo dato segnalando, tra il 2015 e il 2016, un flusso di occupati caratterizzato, all’interno di un saldo complessivamente positivo, da un decremento delle qualifiche ‘alte’ e da un incremento delle qualifiche medio-basse.
  • Nella trasformazione del modello economico emergono nuove forme di lavoro autonomo ‘poco remunerative’ (vedi ricerca I-Wire [Independent Workers and Industrial relations in Europe] o particolarmente ‘precarie’ e poco rispettose della dignità delle persone;

 

Propone di

individuare nell’autunno del 2018 una Giornata nazionale per il lavoro, con cadenza annuale, tesa a approfondire le trasformazioni in atto e tracciare nuove traiettorie di sviluppo che sappiano:

  1. a) Valorizzare il territorio come risorsa e facciano emergere risorse umane e nuove idee;
  2. b) Riscoprire quel senso di comunità che rappresenta il motore di qualsiasi processo di sviluppo economico e sociale del territorio;
  3. c) Creare ‘reti di competenze’ all’interno dell’associazione e del territorio capaci di connettersi con le istituzioni locali e con la comunità scientifica (vedi progetto Università di strada promosso dall’Arci);
  4. d) Studiare e mettere in pratica una specifica azione sulla condizione di lavoro e dei lavoratori della sharing economy.

Una giornata nella quale far emergere concrete proposte di lavoro e anche attraverso il pieno e funzionale utilizzo di programmi nazionali e regionali o l’utilizzo di strumenti già attivi quali ad esempio il microcredito o strumenti similari.