Appuntamento il 23 luglio davanti al Viminale
Da mercoledì a venerdì della scorsa settimana ci siamo ritrovati in centinaia per manifestare spontaneamente davanti al ministero dell’Interno. Lo abbiamo fatto in maniera non violenta, con le mani tinte di rosso per denunciare che non è mai stato così pericoloso attraversare il Mediterraneo come lo è ora.
Lunedì 23 ci siamo ritrovati alle 18 davanti al Teatro dell’Opera, per spostarci da lì al Viminale, insieme a centinaia di attivisti con le mani dipinte di rosso, per continuare a chiedere conto al ministro dell’Interno e al governo dell’operato della guardia costiera libica – supportata, da oltre un anno, da fondi, mezzi e uomini italiani.
Vogliamo conoscere la verità sui naufragi che si susseguono senza sosta e che ne è delle persone intercettate in mare e riportate nei centri di detenzione. Josefa, l’unica superstite del naufragio di pochi giorni fa, è arrivata in Spagna. Insieme ai cadaveri di un bimbo e di una donna senza nome. Josefa ha potuto raccontare cos’è accaduto quel giorno perché donne e uomini volenterosi, nel rispetto dello spirito umanitario del soccorso, sono riusciti a salvarla. Chiederemo di conoscere le circostanze di quel naufragio perché se ne definiscano le responsabilità.
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