La lettera pubblicata sul quotidiano ‘Libertà’ firmata da Roberto Roversi, Presidente nazionale Ucca, e una breve nota a margine
Gentile Direttore,
sto seguendo con crescente preoccupazione la situazione di incertezza che si sta determinando a Piacenza circa il futuro del cinema all’aperto all’arena Daturi.
Premesso che ogni Amministrazione ha il diritto di modulare, ed eventualmente ripensare, il proprio cartellone di attività estive, mi permetto di contribuire all’intenso dibattito che si è aperto in questi giorni con due semplici osservazioni.
L’arena estiva Daturi è stata gestita, dal 2004, con estrema professionalità e ha incontrato l’apprezzamento dell’intera cittadinanza. Del resto, il cinema all’aperto è da sempre e ovunque, oltre che un momento di crescita culturale e di intrattenimento intelligente, un’iniziativa di prossimità che coinvolge un pubblico trasversale, ideale per le persone anziane o con ridotta mobilità, oltreché uno svago economico per la sempre più ampia fascia di popolazione che non può permettersi le ferie estive ed è costretta a restare in città.
La tempistica, nell’organizzazione di un evento culturale, è un fattore imprescindibile. Oltre alla programmazione e alla promozione degli spettacoli, vanno considerati gli adempimenti amministrativi e burocratici (permessi, licenze, autorizzazioni, sicurezza…) e quelli logistici (allestimenti, rapporti coi fornitori…) Per non parlare della ricerca delle risorse economiche, attraverso sostegno privato, crowdfunding e la possibilità di attingere a fondi regionali. È di tutta evidenza che un ulteriore ritardo nell’emanazione di un bando per la gestione dell’area (che a sua volta implica il tempo necessario per la partecipazione delle realtà interessate, la valutazione delle proposte, la formazione di una graduatoria e la successiva assegnazione, al netto di eventuali ricorsi) non potrà che pregiudicare lo svolgimento dell’attività cinematografica.
In conclusione, il tempo utile sta per scadere. Perdurando l’attuale stato di incertezza, appare evidente che per l’Amministrazione in carica l’arena estiva non è una priorità. Una scelta politica più che legittima, per carità. Che però andrebbe rivendicata con chiarezza, senza alibi. Grazie per l’ospitalità e buon lavoro.
Fear of Movies
Accountability è il termine con cui nei paesi anglosassoni si designa la responsabilità che ricade sull’attività di un amministratore, sulla scorta della propria ‘capacità, abilità, etica’, precisa la Treccani. In Italia non è ancora una pratica molto diffusa, per quanto i risultati del 4 marzo sembrino dimostrare il contrario.
È invece una regola non scritta il fatto che una Giunta appena insediata abbia la cattiva abitudine di ribaltare le politiche dell’amministrazione uscente, senza un’adeguata valutazione relativa al mantenimento e alla conferma delle esperienze più virtuose e più apprezzate dalla cittadinanza.
Apparentemente è quello che sta accadendo a Piacenza, quanto meno in ambito culturale. Nello scorso luglio, a pochi giorni dalla nomina, il neo-assessore alla Cultura, lo storico esponente leghista Massimo Polledri, ha esordito auspicando la sostituzione del Festival del Diritto, a suo dire «manifestazione ideologizzata e non entusiasmante, che porta in città la passerella di esponenti della politica vicini al centrosinistra» con un fantomatico Festival dei Doveri. Immediatamente soppresso, come pure Pulcheria, la manifestazione dedicata al mondo femminile. Evaporato anche il contributo al Jazz Club.
E ora sembra venuto il momento dell’arena estiva Daturi, da 14 anni curata con passione e competenza dall’associazione culturale Cinemaniaci e da Arci Piacenza. Ad aprile inoltrato non c’è alcuna certezza che l’iniziativa venga confermata. Il presidente del circolo Piero Verani ha chiesto un incontro alla Giunta a partire dallo scorso novembre, ma non gli è mai stato concesso. Nessun bando alle viste, buio pesto sul futuro di una manifestazione che coinvolge ogni anno migliaia di persone. La società civile si è mobilitata, una petizione online ha già superato, mentre scrivo questa nota, le 3.100 sottoscrizioni.
Che la cultura non sia esattamente una priorità per il centro-destra lo sappiamo da tempi non sospetti, almeno dalla ‘sfortunata’ esternazione del ministro Tremonti, ma che anche i film costituiscano una minaccia e non una risorsa lo scopriamo oggi. Ora anche il cinema spaventa? Fa propaganda? Anche la Settima Arte porta naturaliter con sé qualcosa di sinistro? Non sarà invece che la Lega rifugge sistematicamente qualsiasi momento di riflessione e di approfondimento perché arte e cultura offrono alle persone strumenti di decodificazione del reale diversi e distinti dal cicaleccio omologato e omologante dei talk show televisivi?
Forse l’Assessore, prima di fare tabula rasa della bella esperienza dell’Arena Daturi, dovrebbe riflettere sul fatto che la rassegna estiva è stata seguita con piacere in passato da tanti cittadini comuni, molti dei quali presumibilmente suoi elettori. E che forse gliene chiederanno conto prima di quanto pensi.