Il 2017 è stato un anno nero per la libertà di informazione in Ungheria. Più di 500 quotidiani locali sono stati acquistati da imprenditori legati al Governo. Alcuni sono diventati veri e propri megafoni del governo, con scelte editoriali dirette e centralizzate. Questa scelta ha pagato bene: le analisi indipendenti del voto per il Parlamento dell’8 aprile scorso stravinte da Orban hanno tutte evidenziato che nelle aree rurali, dove il voto per Fidesz è stato schiacciante, l’unica stampa accessibile ai più sia ormai solo quella di regime.Ma un nuovo movimento ha deciso di non dare per immutabile questa situazione, e di agire. Si chiama Nyomtass Te Is, che vuol dire ‘Stampalo’ e ha riesumato l’antica pratica dei samizdat, le pubblicazioni illegali che in Unione Sovietica e non solo sfidarono per anni la censura del regime. Il riferimento non è ironico, né esagerato. «Nelle piccole comunità i nostri lettori percepiscono davvero i nostri stampati come pubblicazioni illegali distribuite senza il consenso del potere» dichiara Janos Laszlo, uno dei coordinatori del movimento. Ogni settimana il team editoriale del movimento opera una selezione dei media indipendenti, in particolare da Internet a cui molti abitanti delle zone rurali non accedono, sulle questioni principali che riguardano il paese: povertà, corruzione, educazione, sistema sanitario. Le notizie vengono riscritte in articoli brevi e facilmente comprensibili. La pagina quattro di ogni numero è riservata alle notizie locali, che vengono suggerite da attivisti del luogo.
Il settimanale viene edito in formato A4, e stampato in cinquanta diverse località del paese, infilato nelle cassette della posta, distribuito a mano nelle strade e nelle stazioni degli autobus, lasciato nei luoghi pubblici. Chiunque, inoltre, può scaricare il settimanale da internet per distribuirlo nella propria comunità. Ogni settimana vengono stampate fra 5.000 e 10.000 copie. La distribuzione è cominciata nelle città rurali, ma l’obiettivo è di raggiungere anche i piccoli villaggi. Per ora, non ci sono stati aperti tentativi di disturbare o impedire questo lavoro ma nelle piccole comunità comunque gli attivisti distribuiscono il settimanale solo in segreto e di notte. Il movimento opera senza grandi donatori, ma si affida a un gran numero di volontari e a un gran numero di piccole donazioni.