Anche quest’ultima settimana è stata segnata da numerosi colpi inferti alla cultura democratica e costituzionale del nostro paese.
L’esperienza – simbolo internazionale – del Comune di Riace chiude i battenti. Un ventenne del Gambia si toglie la vita dopo il diniego della protezione umanitaria. Il decreto ‘immigrazione e sicurezza’ prosegue indisturbato il suo iter con l’obiettivo di destrutturare le esperienze di buone pratiche di accoglienza.
A Lodi, come avevamo denunciato con Arciragazzi, il Comune ha deciso di separare nelle mense i bambini stranieri da quelli italiani. In Toscana, per una dirigente leghista le piste ciclabili servono solo ai migranti, perchè «gli italiani vanno in auto». Il prefetto di Firenze chiede solo ai migranti la certificazione della provenienza delle loro biciclette, impone il coprifuoco nei Cas alle 20 e l’apertura dei pacchi che ricevono gli ospiti delle strutture di accoglienza. Sembra di essere di fronte all’affermazione di una Repubblica securitaria, che fa dell’immigrazione una mera questione di ordine pubblico e sicurezza e non fa mistero di voler creare cittadini di serie A e di serie B. È la logica del capro espiatorio che si fa propaganda e pratica di governo e che, proprio nei giorni dell’anniversario del rastrellamento del ghetto ebraico di Roma, si fa sempre più evidente.
L’altro è il colpevole dello smarrimento e delle incertezze economiche e sociali. Il nemico serve. Per continuare a lucrare consenso, per mascherare da ‘pace fiscale’ un condono bello e buono, per gridare all’abolizione della povertà che è ben lungi dall’essere sconfitta.
Ma il nostro Paese, per fortuna, non è solo questo. A Lodi sono state raccolte decine di migliaia di euro per permettere che bambine e bambini figli di genitori immigrati consumino il loro pasto come gli altri.
A Riace si sono riunite più volte migliaia di persone per manifestare la loro solidarietà nei confronti del Sindaco Mimmo Lucano. Abbiamo accolto a Palermo, durante il Festival Sabir, il ritorno della prima missione della nave Mare Jonio, che ha consentito, attraverso la propria azione di monitoraggio, il salvataggio di 70 persone. Tantissime associazioni, dal Tavolo Asilo alla Cgil, hanno deciso di mobilitarsi il 27 ottobre per difendere il sistema di accoglienza e per riaffermare i diritti dei richiedenti asilo e dei migranti, sanciti dalla nostra Costituzione e da tante convenzioni internazionali. E a Firenze si terrà una grande manifestazione dal bellissimo titolo Il colore del rispetto, per rilanciare la cultura del valore della dignità di tutti. È possibile ed è un dovere arginare questo continuo scivolamento verso la discriminazione. È possibile difendere i principi dell’uguaglianza e della solidarietà con tutti i più deboli. Sono tante le persone disposte a impegnarsi per impedire che il nostro Paese arretri sul piano culturale e sociale.
L’Arci è stata in tutte queste manifestazioni, anche questa settimana, come in quelle passate.
Lo sarà anche in quelle a venire. Ogni giorno, di ogni settimana, attraverso le attività dei propri circoli e del proprio gruppo dirigente, convinti che Più cultura significa meno paura.