Era prevedibile, ma lascia comunque costernati.
C’è una parte della feccia squadrista che popola il web e (purtroppo) anche molti luoghi fisici, che odia le vittime e parteggia per i carnefici: «Stiamo ricevendo una serie impressionante di insulti, minacce e auguri di morte da profili di simpatizzanti della Lega, che è partito di Governo, e da (mi auguro) sedicenti appartenenti a polizia e carabinieri. Confesso che ho paura, per me, per la mia famiglia e per Fabio poiché nessuno persegue queste persone ma pare ci si debba preoccupare solo di Casamassima, Rosati e Tedesco. Io e Fabio non sappiamo più cosa pensare».
È la denuncia di Ilaria Cucchi che, dopo le confessioni del carabiniere sul pestaggio subito dal fratello e le complicità, che stanno emergendo, di più alti gradi dell’arma, ora teme per la propria incolumità, quella della sua famiglia e del suo avvocato.
In un paese civile la polizia dovrebbe accertare l’identità di questi odiatori seriali e denunciarli per gli insulti e le aperte minacce.
Sono anni, da quando la battaglia per la verità e la giustizia per Stefano Cucchi è iniziata, che l’aggressività nei confronti della famiglia, di Ilaria e dell’avvocato Fabio Anselmo ha raggiunto livelli di allarme.
Le tante minacce, riprese con la riapertura del processo, stanno diventando sempre più preoccupanti man mano che ci si avvicina alla verità.
Ilaria e i suoi genitori hanno sempre detto chiaramente che credono nelle istituzioni e nella giustizia, che sono dalla parte dello Stato anche se non ha garantito la sicurezza per Stefano Cucchi. Ora però deve tutelare l’incolumità dei suoi familiari. Il Governo deve dire con chiarezza se intende ed è in grado di proteggere Ilaria, la sua famiglia e il loro avvocato.
E come primo passo deve provvedere, con tutti i mezzi a sua disposizione, a far cessare queste deprecabili offese e minacce volte a creare un clima di paura anche tra chi sa e vorrebbe finalmente parlare.