A Roma l'incontro pubblico promosso dal Comitato Vogliamo rimanere in Italia e dall'Arci
Il 23 novembre presso la Sala Berlinguer del Palazzo dei Gruppi a Roma si è svolto l’incontro pubblico promosso dal Comitato Vogliamo rimanere in Italia e dall’Arci, per parlare del Ddl immigrazione e sicurezza pubblica n.840 (D.L. 113/2018).
Durante l’assemblea si sono susseguite molte testimonianze di rifugiati, uomini e donne straniere che da anni vivono in Italia in attesa della cittadinanza. Insieme hanno fatto emergere i rischi e l’enorme preoccupazione per una riforma che riduce il diritto di asilo e il diritto di accoglienza.
Secondo Muna, proveniente dalla Siria, “Ci sembra ingiusto un decreto che richiama alla clandestinità e chiediamo la possibilità di continuare un percorso. Oggi siamo davanti al collasso di un Paese, siamo qui per dire che questa è anche casa nostra, siamo qui per ricordare chi siamo”.
“Siamo tutti preoccupati, sia i richiedenti asilo che gli italiani che comprendono quali sono i rischi che subisce questo paese – spiega Kabir della Costa d’Avorio – Io ho dovuto rischiare la vita nel deserto, in mare e mi sento di ringraziare l’Italia perché mi ha dato la speranza di vivere”.
Nawal, dal Marocco, racconta: “Sono marocchina e sono in Italia da quando ho 20 giorni di vita. Oggi insieme a voi, da migrante, voglio far parte di quei ‘partigiani pacifici’, perché non c’è nessuna solidarietà ma stiamo parlando di far rispettare i trattati internazionali, la Costituzione, le convenzioni internazionali”.
L’incontro è stato preceduto da un episodio quasi surreale: il gruppo di ragazzi del Comitato Vogliamo rimanere in Italia, per la prima volta a Roma, decide di farsi una foto con uno striscione davanti a Montecitorio. Risultato: striscione sequestrato e si indaga sull’ipotesi di reato di manifestazione non autorizzata. Un eccesso di zelo, per me una cosa trascurabile ma che è un po’ frutto di questo clima intimidatorio per tutti quelli che non la pensano come Salvini.