Nella notte di venerdì 12 gennaio un gruppo di militanti antifascisti che stava facendo attacchinaggio viene assalito con spranghe, grandi aste, catene e bottiglie da una trentina di fascisti usciti dalla sede di Casapound a Genova.
Nella fuga uno dei militanti cade e un compagno torna indietro a soccorrerlo. Vengono raggiunti e violentemente picchiati dal manipolo di fascisti.
Quando riescono a fuggire e raggiungono gli altri si rendono conto che uno dei due (il soccorritore) perde sangue dalla schiena. La causa è una coltellata, che solo grazie all’abbigliamento invernale non ha raggiunto il rene con conseguenze ben più gravi.
Tutto questo a pochi metri da piazza Alimonda, luogo evidentemente tuttora carico di significato.
A Genova non si ricorda una coltellata fascista da molti, moltissimi anni!
Ma ancor di più, a Genova non si ricorda una presenza organizzata dell’ultradestra che solo negli ultimi due anni ha aperto tre, quattro ‘covi’.
C’è stata una sottovalutazione grave del fenomeno, che ha permesso che questi loschi personaggi infiltrassero come un cancro la nostra città. È necessaria una risposta forte e determinata di tutte le forze antifasciste per affermare che nessuno spazio, nessun interstizio deve essere agibile per i propagatori di odio fascisti. È necessario farlo anche accettando qualche mediazione fra chi, antifascista, è diverso e a volte politicamente lontano. Troppo alta la posta in gioco, troppo grave l’accaduto!
Abbiamo, come Arci, partecipato in questi anni ed in questi mesi alle manifestazioni antifasciste più o meno istituzionali da chiunque convocate per difendere uno dei valori fondanti del nostro stare assieme. Non pretendiamo di insegnare niente a nessuno, ma a tutti chiediamo di considerare l’entità della posta in gioco. Il 3 febbraio ci sarà una manifestazione, una risposta forte, grande e popolare. Ci attendiamo la partecipazione di tutte e tutti!
Non un passo indietro! Antifascisti sempre!